“E’ severamente vietato NON toccare le opere esposte”… In barba ai più comuni regolamenti museali, potrebbe essere questo lo slogan di “Vermeer – La mostra impossibile”, un’app per dispositivi iOS (in particolare iPad) destinata ad aprire una nuova era della fruizione culturale. Da diversi anni, l’universo della Rete Internet si è arricchito di musei e mostre virtuali di estremo interesse e spesso definite, appunto, “impossibili”, in quanto capaci di riunire in un unico ambiente opere che altrimenti sarebbe impossibile visionare in un solo colpo d’occhio, o perché sono sparse in diversi continenti o perché, nella peggiore delle ipotesi, sono andate perdute o sono state rovinate dall’incuria del tempo (e dell’uomo).

Spesso, però, queste realtà virtuali sono state progettate in modo caotico, senza un preciso disegno didattico e con il solo sfizio di portare nelle case di tutto il mondo opere di indubbio spessore, magari in alta qualità. La grande diffusione dei dispositivi mobile, unita alla loro flessibilità (in grado, praticamente, di fare qualsiasi cosa con un tablet o uno smartphone) e qualità, hanno fatto si che le mostre virtuali subissero un’evoluzione in positivo. A questo proposito, il Corriere della Sera ha deciso di seguire un filone innovativo, seguendo una strada che potrebbe, nell’immediato futuro, costituire un importante “standard” nella progettazione culturale.

Basta, infatti, scrivere nella barra di ricerca dell’App Store “Vermeer Corriere” per essere indirizzati verso l’applicazione citata a inizio articolo, pensata come una sorta di museo virtuale dedicato al Maestro di Delfi, uno dei principali protagonisti dell’arte del ‘600. L’app ha un’architettura essenziale e intuitiva: la mostra virtuale si articola lungo secondo un percorso che si sviluppa attraverso quattro sale interattive (visitabili a 360°) e allestite, scenograficamente, secondo i più classici ambienti museali, con i quadri, riprodotti in alta risoluzione, appesi alle pareti.

Si tratta di un’esperienza completa, in quanto il fruitore, oltre alle riproduzioni di buona qualità delle opere, può guardare anche video di analisi e approfondimento, testi relativi alla sua vita, il suo percorso artistico e il suo stile, nonchè curiosità e dettagli di alcuni lavori e percorsi tematici relativi ai soggetti e agli elementi preferiti dal pittore. Non manca il motore di ricerca, sia testuale che grafico, e, in un’ottica di avvicinamento all’arte dei più giovani, anche diversi giochi (puzzle a tempo), per mettere alla prova occhi e memoria di ognuno.

L’applicazione ha avuto un ottimo riscontro da parte del pubblico, tanto da raccogliere valutazioni positive e un rating di cinque stelle su un massimo di cinque. Certamente l’app è migliorabile in più punti, ma bisogna dare merito agli ideatori di questo nuovo format di museo di aver aperto inevitabilmente una strada, che potrà essere battuta da molti altri artisti e che si potrà arricchire di tante altre esperienze. Il bello delle app è proprio questo: più i modelli mobile evolvono, più il potenziale da esprimere cresce, per cercare di restituire al consumatore un’esperienza didattica e culturale interattiva, completa e divertente.

In un clima così innovativo, inevitabilmente c’è chi, tra i più tradizionalisti, storce il naso di fronte a simili novità. Certamente l’obiettivo di queste app virtuali non è l’eliminazione del museo come luogo di conservazione della memoria storico – artistica della comunità. Semmai, le strutture museali hanno di fronte, oggi più che mai, delle sfide dinamiche da affrontare. E rivoluzioni come questa delle mostre virtuali da “toccare” (sacrilegio assoluto per un qualsiasi museo reale) non possono fare altro che aiutare e venire in soccorso alle esigenze delle diverse strutture museali della nostra penisola. L’innovazione della cultura è, ormai, un dato di fatto ed è del tutto inutile provare a remare contro (come è stato fatto con gli ebook), perché il nostro futuro è legato anche a questo. Ben venga un’app come questa che, col minimo sforzo e con indubbi vantaggi, è capace di riavvicinare gente di ogni età e classe sociale al mondo dell’arte.

A questo proposito, vale la pena sottolineare un ultimo particolare, il prezzo… Perché ovviamente, come ogni buon museo che si rispetti, c’è un biglietto d’ingresso da pagare… Poco male se si realizza che costa 2.99 €, perché, in fin dei conti, è un ticket che vi dura tutta una vita.