Con l’introduzione della tecnologia 2.0, il web è divenuto una piattaforma di partecipazione per la condivisione di idee, notizie, contenuti audio e video.
Facilitando il passaparola e la collaborazione globale, la rete ha dato una voce sempre più influente agli internauti, arrivando a farne dei veri e propri co-produttori di beni e servizi.

Nell’ultimo decennio, l’evoluzione di internet ha consentito al consumatore di assumere un ruolo nuovo, quello del microinvestitore o del micromecenate a cui progettisti, artisti, imprenditori, sia debuttanti che affermati, si rivolgono con crescente fiducia. Questo fenomeno assume il nome di crowdfunding e può essere definito come l’appello ad uno sforzo collettivo per cui un ampio numero di persone versano una piccola quota di capitale a sostegno di progetti proposti da individui, gruppi o istituzioni.
Il micromecenatismo e il microinvestimento non sono delle novità, le collettività da sempre si sono mobilitate per il finanziamento di imprese caritatevoli o culturali. A rinnovare e a dare nuovo vigore al processo di finanziamento dal basso, è il ricorso alle comunità online e alle nuove tecnologie di pagamento telematico che, velocizzando il passaparola e facilitando le operazioni di versamento, agevolano la raccolta di capitali.

Una prima forma di crowdfunding è stata concepita nel 1997 quando i fan americani del gruppo rock inglese Marillion, a seguito di una campagna online, finanziarono con le loro donazioni un tour della band negli USA.
Da allora il sistema di raccolta fondi collettiva si è notevolmente evoluto: con l’applicazione in diversi campi -dal design alle arti visive, dalla scienza alla moda, dall’imprenditoria al non-profit- e con la nascita di siti internet che fungono da intermediari tra i depositari di progetti e gli investitori/mecenati.

La prima tra le piattaforme specializzate in questo settore è stata ArtistShare che ha creato nel 2003 il suo sistema di fan funding, dedicato ad artisti emergenti. Oggi sono numerosi i siti web per il crowdfunding e sono spesso rivolti a settori specifici: i)Sellaband, Slicethepie, PledgeMusic sono piattaforme rivolte all’industria musicale che permettono agli artisti di raccogliere fondi dai fan; ii) YourMajorStudio, PeopleForCinema sono specializzate nella raccolta fondi per la realizzazione di film; iii) DesignerProd.com, Catwalkgenius, Cameesa propongono il finanziamento di oggetti di design e moda; iv) da MyBar, TrampolineSystem, GrowVC si possono proporre progetti imprenditoriali; v) infine vi sono siti come Kapipal, CreateFund, Pleasefund.us da cui è possibile richiedere sostegno per i progetti più disparati da azioni caritatevoli a progetti personali (casa, matrimonio, viaggio).

Il ricorso al web consente dunque ad artisti ed imprenditori di rivolgersi direttamente al pubblico agevolando, così, l’incontro tra domanda e offerta al di fuori dei circuiti tradizionali. Il crowdfunding farebbe quindi parte del processo di democratizzazione della produzione e della promozione consentito dalla tecnologia 2.0 di cui però bisogna sottolineare anche i limiti. Se da un lato la tecnologia ha agevolato la visibilità di progetti e persone, dall’altro emergono due rischi: che il singolo talento si perda nel mare di proposte e che, in assenza di una valida protezione della proprietà intellettuale, si veda la propria idea copiata.

Nonostante queste problematiche, la diffusione delle piattaforme online per il crowdfunding continua, sintomo della rilevanza che il fenomeno sta assumendo nel sostegno alla creatività, un’importanza che potrebbe essere ulteriormente favorita dal periodo di crisi economica e dalla volontà di espressione e democratizzazione degli utenti.