Il 29 agosto è alla porte e alla data dell’apertura della 69° Mostra internazionale del Cinema, Venezia non può permettersi di arrivare nuovamente impreparata a livello architettonico mostrando, per il terzo anno consecutivo, l’enorme buco a testimonianza del fallimento del progetto del Palacinema.

A questo proposito, si sono riunite ieri le associazioni del Lido che, davanti ai consiglieri comunali hanno presentato delle proposte volte a risolvere una volta per tutte l’annosa questione di quello che ormai in laguna viene definito familiarmente “il buco”.

Molti i progetti portati davanti al tavolo decisionale dell’amministrazione comunale: minimo comun denominatore l’economicità dei progetti.

Dopo avere speso oltre 14 milioni di euro per lo scavo di una porzione di territorio intrisa di amianto, ad oggi con un solo milione in più si potrebbe pensare alla realizzazione di un giardino che si sviluppi con dei gradoni a scendere collegabili al giardino del Casinò e che termini magari con uno specchio d’acqua.

Con 9 milioni, invece, sarebbe possibile ricavare cinque salette all’interno dell’ex Casinò, soddisfacendo quindi i problemi di capienza della Mostra.

In ogni caso, si tratterebbe di trasformare lo scavo in uno spazio di ristoro e di riposo tanto che è stata definitivamente scartata l’ipotesi, avanzata dal Presidente della Biennale Paolo Baratta, di richiudere il “buco” per ricostruire la Piazza precedente.

Qualsiasi sia il progetto che verrà realizzato, la volontà condivisa da tutti gli operatori è quella di fermare le idee fantascientifiche e dai costi non gestibili, puntando quindi sul contenimento della spesa e il salvataggio (per quanto possibile) del brand Biennale.