L’ambone nella cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze non si realizzerà sino a nuove disposizioni. La vicenda è iniziata nel lontano 1366, il giorno 22 settembre quando gli operai dell’Opera scrissero “Che…ne le quarte cholonne si faccia a ciaschuna un perghamo bello e onorevole”. Tuttavia il progetto rimase su carta e non vide mai la luce: sino ad oggi nello spazio liturgico adibito alla lettura è collocato un semplice leggio di legno.
Eppure a distanza di secoli l’idea di riprendere il progetto era venuta all’arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori, il quale aveva indetto un concorso ad inviti partito nel 2010 per costruire finalmente la mensa da cui il sacerdote officia la messa rivolto ai fedeli. La questione tuttavia è delicata: dopo la presentazione delle proposte, infatti, è tornato in auge il vecchio dilemma su come integrare un’opera contemporanea in un contesto tradizionale e immutato nei secoli.
Al concorso hanno partecipato diversi artisti e architetti tra cui Mario Botta, Massimo Lippi, Mimmo Paladino, Filippo Rossi, Enrico Savelli e Paolo Zermani. Il termine previsto per la presentazione dei progetti era il 31 dicembre 2010 e in questi due anni è stata istituita dall’Opera di Santa Maria un’apposita commissione giudicatrice. Tra tutti i progetti pervenuti erano stati selezionati quelli di Mario Botta, Mimmo Paladino e Paolo Zermani, ma in seguito ad una seconda valutazione da parte della commissione il giudizio è stato incisivo e definitivo: ”Dopo un’accurata analisi degli elaborati presentati dagli artisti invitati, la Commissione ha deciso di non accettare nessuna delle proposte pervenute”. Recita il verbale “Trattandosi di un’opera storicamente e culturalmente così importante per la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, la Commissione ha ritenuto, non avendo raggiunto una ragionevole unanimità di giudizio, che nessuno dei progetti presentati sia meritevole di realizzazione, pur apprezzando lo sforzo e le intenzioni dei partecipanti”. All’annuncio della decisione sono seguiti i ringraziamenti e l’apprezzamento per le opere presentate, ritenute pregevoli dal presidente dell’Opera di Santa Maria del Fiore, l’avvocato Franco Lucchesi. Dunque lavori pregiati ma non abbastanza per superare il contrasto tra la contemporaneità e il valore storico dei grandi monumenti del passato, come il Duomo di Firenze. E mentre la riflessione su come colmare questo spazio proseguirà e su quali saranno i criteri che verranno adottati per giudicare altre opere, i progetti selezionati per questo concorso saranno esposti al pubblico presso il Centro Arte e Cultura (OPA), in Piazza San Giovanni 7, fino al 5 aprile 2012 compreso. Se passate per Firenze dunque potrete giudicare anche voi.