C’è chi profetizza terremoti e catastrofi naturali, chi sconvolgimenti ambientali, chi l’impatto di un meteorite o un’invasione aliena, il tutto ben condito da scenari apocalittici da far accapponare la pelle e con un timing temporale ben preciso: il 2012, anno della (presunta) fine del mondo secondo l’ormai famigerato calendario maya. L’Armageddon ha da sempre incuriosito scrittori, artisti, intellettuali ed è diventato una delle tematiche più amate da registi e sceneggiatori, nonché dagli spettatori in sala.
Giocando ironicamente con le fosche profezie per l’anno in corso, il Future Film Festival (27 marzo-1 aprile), la più importante manifestazione cinematografica italiana dedicata all’animazione e alle nuove tecnologie con sede a Bologna, con la XIV edizione ha colto al balzo l’occasione di rispolverare film catastrofici e fantascientifici nei quali mondi interi sono stati creati per essere distrutti da cataclismi digitali, nei quali complessi effetti speciali sono stati chiamati a simulare la venuta degli alieni e viaggi interstellari.

L’inaugurazione non poteva essere più azzeccata: un musicista e un montatore coi fiocchi, Bill Laswell e Cristiano Travaglioli, in una performance multimediale strepitosa in cui una “sinfonia per immagini” tratte dai più famosi disaster movie della storia si somma alla colonna sonora eseguita in diretta e mai prima ascoltata da orecchie umane. Il FFF rimane comunque ben saldo con i piedi per terra e lega il tema della fine del mondo al futuro del pianeta, riflettendo sulla sostenibilità e sul riciclo, diventando per esempio fulcro di alcuni laboratori per bambini e argomento di un dibattito finalizzato a elencare le 10 regole per un cinema a kilometro zero.

È una manifestazione che ha dato nel corso degli anni molta soddisfazione agli organizzatori e al capoluogo emiliano in termini sia di presenza di pubblico che di rilievo mediatico.
Dopo lo spavento della scorsa edizione in cui il Festiva fu rimandato da gennaio ad aprile per difficoltà economiche, sembra che quest’anno sia andato tutto liscio: stesse cifre dell’anno scorso dagli enti pubblici (Regione 50 mila, Provincia 24 mila e Comune 10 mila) a cui si sommano i contributi della Fondazione del Monte e di sponsor privati per raggiungere un budget di circa 200 mila euro, con lo sgravio dei costi di affitto della sala del cinema Lumiere.

Ora veniamo ai veri protagonisti dell’edizione 2012, i cartoon, che hanno dominato in ogni sezione del festival. Film d’animazione di alta qualità non solo da grande distribuzione, come l’ecologicamente impegnato Lorax o Pirati! Briganti da strapazzo, presentato direttamente dal suo regista e direttore, Peter Lord ma anche cartoon “d’essai” come l’introverso Alois Nebel che racconta, attraverso l’indagine psicologica del protagonista, il dramma storico della guerra fredda in Cecoslovacchia o il giapponese Midori-ko, sicuramente la proiezione più particolare dell’evento, incentrato sulla creazione mirabolante di un cibo da sogno che è sia carne che vegetale per prevenire una crisi alimentare mondiale, ma che scappa dal laboratorio perchè non vuole farsi mangiare!

Sono accontentati anche gli amanti degli splatter demenziali, proposti nella miglior produzione giapponese, con il delirante Deadball, assolutamente spassoso nella sua totale mancanza di coerenza e Zombie Ass:Toilet of the Dead, il titolo già dice tutto. Da non dimenticare anche l’ampia selezione dei migliori cortometraggi di animazione provenienti da ogni parte del mondo, giudicati da quest’anno da una giuria di esperti che assegnerà il Premio Provincia di Bologna. Il programma è stato completato da una serie di incontri, laboratori e focus on davvero interessanti. Per citarne alcuni, il 3dDAY dedicato alla riflessione sulla stereoscopia, ha visto in questa edizione la presenza di Joshua Hollander, direttore della produzione 3D della Pixar, che mostrando spezzoni di alcuni dei cartoni più amati da loro prodotti, ha sottolineato come il 3d non sia fine a se stesso ma diventi uno strumento fondamentale per valorizzare la narrazione e dare spessore ai personaggi; oppure i workshop a cura di Bottega Finzioni sugli elementi base per sviluppare un cartone animato, dalla struttura narrativa alla sceneggiatura.

And the winner is…Come i migliori festival che si rispettino non poteva mancare un concorso, diviso in due sezioni: il Future film Short dedicato ai cortometraggi con un premio del pubblico andato a Vincenta diretto da Sam Orti e il premio Provincia conferito a Heldenkanzler di B. Swiczinsky ; ai lungometraggi è riservato il Platinum Grand Prize, conferito a A letter to Momo di H. Okiura, uno dei film più attesi di questa edizione e che non ha affatto deluso le aspettative.
Ha vinto la semplicità di una trama non pretenziosa ma in grado di creare un profondo coinvolgimento emotivo dello spettatore sul delicato tema della morte e della sua accettazione da parte di una ragazzina, aiutata in momento così difficile da yokai, spiritelli della tradizione nipponica. Insomma è un festival veramente ben fatto, interessante, divertente, di puro edutainment: e chi lo dice che i cartoon sono solo per bambini?