Dopo aver digitalizzato documenti, musica, libri e gran parte della nostra vita sociale, Google si avvia verso la seconda fase della catalogazione delle opere d’arte di tutto il mondo.

Google Art Project, il colossale progetto che prevede la virtualizzazione dei musei di tutto il mondo, ha preso il via lo scorso anno e da allora numerosi test ne hanno rilevato potenzialità e criticità.

Ad oggi, quindi, sono ben 151 le strutture che hanno aderito alla progetto in oltre 40 paesi: new entry italiana di questi ultimi mesi, i Musei Capitolini di Roma dei quali sarà possibile visitare l’Esedra del Marco Aurelio, la sala degli Orazi e Curiazi e le riproduzioni di moltissimi capolavori.

La vera novità è comunque rappresentata dalla presenza, all’interno delle gallerie virtuali, non solo dei dipinti, ma anche delle sculture, opere di Street Art e fotografie. Un cambiamento non da poco, se pensiamo che sarà possibile ammirare in maniera virtuale opere rupestri africane dell’era primitiva oppure graffiti di strada provenienti dai più disparati luoghi del mondo.
L’ampliamento del servizio prevede inoltre l’acquisizione di opere d’arte e beni culturali non convenzionali spesso chiusi al pubblico: come lo studio ovale della Casa Bianca che da oggi sarà possibile visitare dal proprio pc o tablet esattamente come se ne fossimo all’interno.

“Nella prima fase avevamo solo istituzioni europee o americane – afferma al Corriere della Sera, Adam Sood, responsabile del progetto – il nostro sogno era coinvolgere realtà lontane dall’Occidente”.
Obiettivo raggiunto visto che oggi Google Art Project può vantare partner d’eccezione come il Museo dell’Arte Islamica in Qatar da cui è possibile ammirare le opere del giapponese Hideyori Kano, oppure la National Gallery of Modern Art di Delhi che conserva il celebre trittico Santiniketan, anch’esso visitabile online.

Molte le funzionalità chiave di questa nuova versione aggiornata tra cui “Esplora e Scopri” che permette non solo di rintracciare le opere facenti parte di una determinata collezione ma anche di filtrarle per artista. Grazie alla tecnologia sviluppata per Google View è stato inoltre possibile migliorare la navigazione fluida tra le sale dei musei, mettendo fine alla navigazione “a tratti” che spesso si riscontrava navigando tra le sale.
L’integrazione di immagini ad altissima qualità (in risoluzione Gigapixel) permette poi di addentrarsi nell’opera, immergendosi nei più piccoli particolari ad una profondità impossibile dal vivo ad occhio nudo.

Ciliegina sulla torta: l’aspetto social, su cui Google sta puntando molto negli ultimi mesi. Grazie all’integrazione di Google Plus, sarà possibile commentare le opere e condividerle nonché creare una propria collezione virtuale che i propri amici potranno ammirare.

Così finalmente, potremmo diventare tutti collezionisti dei più spettacolari capolavori artistici del mondo.