E’ il prof. Monti in persona, nella giornata di ieri in una gremita sala della prefettura di Napoli, ad annunciare, davanti ad un gran numero di giornalisti, a quattro dei suoi Ministri, al Prefetto di Napoli Andrea De Martino, al Governatore della Regione Campania Stefano Caldoro, ai Sindaci di Napoli e Pompei Luigi de Magistris e Claudio D’Alessio, alla Soprintendente Archeologica di Napoli e Pompei Teresa Elena Cinquantaquattro, l’avvio ufficiale del “Grande Progetto Pompei”.
La presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri la dice lunga sull’attenzione che il Governo ha posto sul salvataggio dell’area archeologica di Pompei. Ed anche il nome, importante e bellissimo, come lo ha definito il prof. Monti, rende giustizia al piano per l’area archeologica di Pompei di rilevanza storica.

Il sito, unico al mondo, ha richiamato la presenza di una parte degli attuali Ministri, Annamaria Cancellieri, Interno, Lorenzo Ornaghi, Mibac, Fabrizio Barca, Coesione territoriale, Francesco Profumo, Istruzione, che tutti insieme sono la testimonianza della Intesa Interistituzionale per il recupero dei fondi per la grande opera di restauro archeologico.

Sul Grande Progetto Pompei e sul relativo finanziamento si sta lavorando già da tempo e la presentazione ufficiale dell’avvio delle prime gare per gli affidamenti dei primi cinque grandi progetti di restauro (interventi alla Casa di Sirico, alla Casa del Marinaio, alla Casa dei Dioscuri, alla casa delle Pareti Rosse ed alla Casa del Criptoportico) è l’occasione per annunciare l’ottimo lavoro di sinergia tra le varie Amministrazioni per il “Save Pompei”.

Firmato quindi in Prefettura il Protocollo di Legalità tra la Prefettura – Ufficio Territoriale di Governo di Napoli e la Soprintendenza Archeologica di Napoli e Pompei grazie al quale ci si pone l’obiettivo che neanche un euro vada nelle mani della criminalità organizzata.

Il Protocollo è derivato dal Protocollo dell’EXPO 2015, perché – come sottolinea Sergio Santoro, Presidente dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture – il tema della legalità e delle infiltrazioni nel Sud Italia sono contigui a quelli del Nord Italia.
Il Protocollo sarà esteso a tutti i contratti al di là dell’importo e provocherà uno sforzo organizzativo notevole da parte della Prefettura. Questo è segno di quanto il Governo abbia a cuore la blindatura del Grande Progetto Pompei.

La Commissione Europea, dopo le varie visite di Johannes Hahn e l’iniziale lavoro riconosciuto anche oggi dal prof. Monti di Raffaele Fitto e dell’ex sottosegretario Villari, ha dichiarato ammissibile il Grande Progetto Pompei disponendo il finanziamento di 105 milioni di euro per consentire interventi mirati nell’area, che vanno dal consolidamento delle opere (quota maggiore di questi finanziamenti, circa 85 milioni di euro), ai rilievi e diagnostica, dall’adeguamento dei servizi per i visitatori e l’implementazione di strumenti di comunicazione anche interattivi al potenziamento dei sistemi di sicurezza e di telesorveglianza, fino al rafforzamento della struttura organizzativa e tecnologica della Soprintendenza di Napoli e Pompei.

Come ha dichiarato anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris: “Per un Sud che si vuole riscattare, non devono esserci sperperi. Bisogna utilizzare bene fino all’ultimo centesimo i finanziamenti che arrivano e che arriveranno dall’U.E.”.

Importanti le parole del Ministro Fabrizio Barca che parla di 3 punti focali: “Fiducia, che è la trappola del sottosviluppo del Sud; Metodo, il nuovo metodo appunto con cui vengono fatti questi bandi con chiarezza e con obiettivi misurabili; Territorio, perché Pompei fa parte di un territorio che va preservato e valorizzato; garantire che Pompei stia in piedi per sempre è un dovere del Governo a favore delle prossime generazioni”.

Da sottolineare anche il ruolo fondamentale di struttura tecnica, a supporto dell’attuazione del Progetto, di Invitalia (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa), società in house del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

La cooperazione Interistituzionale può essere un prototipo, da attuare proprio per il Grande Progetto Pompei, che è piaciuto molto all’Unione Europea e che può portare a dei risultati significativi proprio grazie all’attenzione rilevante da parte di una serie di attori determinanti.

In sostanza, è chiaro fin da subito, che Pompei, la Soprintendenza, il Comune, non verranno lasciati soli. “Proprio questo progetto – come ha ripetuto Monti – costituisce un modello che il Governo ha scelto per lo sviluppo del Mezzogiorno, attraverso un’analisi delle cause e delle conseguenze del mancato sviluppo e moltiplicando i casi di buona amministrazione che attraggano investimenti sia italiani che stranieri”.

“Napoli ed il suo territorio hanno una straordinaria capacità naturale che va valorizzata. E’ una città che respira con due polmoni, più di ogni altra città d’Italia, uno Mediterraneo ed uno Europeo”, ha così chiuso l’intervento il prof. Monti, alla sua prima uscita ufficiale a Napoli.

Oggi, in buona sostanza, è un giorno di grande soddisfazione per la presa d’atto degli ottimi risultati ottenuti grazie alla massiccia mobilitazione di forze istituzionali per il ‘Save Pompei”.

Si spera che tale risultato assicurerà il recupero e la salvaguardia del sito archeologico, unico al mondo, e che questo momento possa essere considerato solo la 1° fase del Grande Progetto Pompei e sembra che ci siano tutti i presupposti, pur essendo questo un Governo “a termine”, per una 2° fase – altrettanto importante – che assicuri la migliore fruizione e valorizzazione dell’area.

Lo sforzo economico che oggi si sostiene può costituire anche un investimento per lo sviluppo economico e sociale dell’intero territorio. E su questo bisognerà lavorare già da domani tra le varie Istituzioni locali, per far sì che tutti questi sforzi non siano vani, ma siano invece solo un punto di partenza.
La cultura è sviluppo economico, e questa è l’occasione per dimostrarlo.

Dal nostro inviato a Napoli