Ci siamo! Si sono accesi da poche ore sulla città di Napoli i riflettori dell’America’s Cup 2012, una delle manifestazioni sportive più importanti e seguite al mondo. L’occasione è tra le più ghiotte che siano capitate nel corso degli ultimi anni e l’amministrazione comunale lo sa bene… Per questo motivo, è stato sviluppato un piano che ha inciso profondamente sulla mobilità, sulla messa a punto delle principali zone interessate dal grande evento e sulla programmazione culturale a breve termine.

Come ha già spiegato molto bene il collega Fabrizio Barbato nel suo articolo, al di là della perfezione organizzativa dell’evento e della “bella figura” che bisogna fare davanti al mondo intero, l’esigenza più importante per Napoli è data dal cavalcare l’onda della risonanza mediatica che l’evento le saprà dare, catalizzando, se possibile, investimenti e risorse da utilizzare in ogni settore utile per la crescita territoriale. Non basta, quindi, puntare sull’immediato, sull’effimero presente, ma iniziare a porre le basi per uno sviluppo di lungo periodo: quest’ultimo è il vero obiettivo dell’America’s Cup (e del futuro Forum delle Culture) a Napoli.

Se il buongiorno si vede dal mattino, bisogna ammettere che, per il momento, le cose stanno andando nella direzione giusta, o quasi… Grazie al solo evento, la città si prepara a vivere un boom turistico, visto che sono circa 10.000 i turisti provenienti da ogni parte del mondo. Gli albergatori sorridono, e anche a ragione, considerando che, tra il centro e il lungomare, le strutture ricettive sono già piene e sono rimasti pochissimi posti liberi. Merito anche delle prossime vacanze di Pasqua, che amplificano ancora di più il movimento dei turisti in città. Ma proprio a proposito del “muoversi”, i cittadini iniziano a lamentare diverse noie sul fronte urbanistico.

Per dare pieno spazio all’organizzazione dell’evento sul lungomare, infatti, è stata creata una ZTL ad hoc per tutto il mese di aprile che va dalla zona del Municipio e del Molo Beverello fino a Mergellina, dove il transito dei veicoli è vietato, eccetto per i residenti, i trasporti pubblici e per chi è in possesso del permesso. Gli intenti teorici sono meritevoli e molti sfruttano l’occasione per farsi una corsa sul lungomare, finalmente senza smog, ma nella pratica questa scelta ha comportato un enorme caos… Nei punti di accesso alla ZTL, infatti, si creano sempre enorme code, involontariamente create dai vigili per separare chi può e chi non può entrare nella zona.

Tralasciando anche le forti polemiche legate alla modifica del paesaggio, visto che la scogliera del lungomare di via Caracciolo è stata allungata per consentire l’attracco delle imbarcazioni, vi è un altro particolare che sta facendo discutere e non è di poco conto, considerando che riguarda un elemento dal forte valore storico e culturale. Si tratta della Cassa Armonica, struttura in stile liberty realizzata da Errico Alvino nel 1878 all’interno della Villa Comunale e che, vista l’adiacenza al luogo delle regate e del villaggio della manifestazione, verrà utilizzata come podio per le squadre vincenti.

I veleni nascono non tanto da questa nuova destinazione d’uso della struttura, ma dai lavori di consolidamento e controllo, che hanno modificato non poco questo particolare della Villa. Lavori che sono stati condotti da una società di Reggio Emilia, scelta dal Comune di Napoli per la messa in sicurezza e il controllo dell’illuminazione della Cassa Armonica, e che hanno restituito la struttura ben diversa da come i napoletani l’avevano lasciata, senza la pensilina in ghisa e vetri policromi che correva lungo il perimetro nella parte alta e che sarebbe stata rimossa per via della ruggine. Una soluzione forse un po’ troppo frettolosa e poco risolutiva (i tempi per la creazione del villaggio dell’evento nella Villa iniziavano a stringere) che ha fatto arrabbiare parecchio i napoletani: molti hanno gridato allo scempio e hanno chiesto spiegazioni su questo intervento, che però, al momento, non sono state date.

Se, quindi, un primo, pallido passo verso la crescita del territorio è stato fatto, bisogna anche ammettere che, alla luce di questi elementi negativi, va raddrizzato per garantire una forma di sviluppo urbana e culturale costante e duratura. Un territorio già abbastanza devastato come Napoli non può permettersi di perdere anche quest’altra importante opportunità.