Il banco non è male.
Legno grezzo, di quelli che ti fanno i gomiti e non solo, se non stai bene attento a come ti muovi.
Del resto, il saloon deve portare con lui una certa quale eredità in cicatrici.
L’esperienza è importante: da qualche parte lungo la Frontiera si dice che sia il proiettile di ogni colpo andato a segno.
Ma non siamo qui per parlare delle lunghe cavalcate in equilibrio sul confine, quanto di quello che siete venuti a bere: che sia per ristorarvi o per dimenticare, poco importa.
Questo vecchio cowboy sarà sempre qui, pronto a riempirvi i bicchieri e sempre in attesa del prossimo brindisi.

 

 

 

 

La guerra è dichiarata
di Valerie Donzelli

Da gustare come: questa volta vi stupisco. Senza nulla. Acqua ghiacciata.
Se avete bisogno di: scoprire quanto carattere sia necessario per vivere al massimo. Anche quando pare difficile trovarne il motivo.
Di cosa si tratta: ennesima conferma dello stato di salute del Cinema francese, che sta vivendo in queste ultime stagioni una seconda giovinezza. Film difficilissimo, che tocca un tasto ed un tema clamorosamente dolenti, di quelli per i quali si rischia tutto, anche il completo fallimento nel raccontare una storia importante come questa. Fortunatamente Valerie Donzelli centra praticamente ogni bersaglio, e confeziona un gioiellino di dolore che è anche un clamoroso inno alla vita.

 

 

 

Viaggio in paradiso
di Adrian Grunberg

Da gustare come: tequila bum-bum.
Se avete bisogno di: un sano, godurioso, rilassante e rocambolesco action movie.
Di cosa si tratta: il ritorno ufficiale di Mel Gibson tra gli action heroes, in memoria di Mad Max e Arma letale. Un viaggio nel Messico delle carceri/città polveroso ed ironico, ricco di riferimenti alla cultura grindhouse di Robert Rodriguez e con più di una strizzata d’occhio al pulp e ai b-movies. Divertente e divertito, è un omaggio al genere con un discreto coraggio nella presentazione della giovane spalla del protagonista ed un gusto per l’eccesso sfoderato ad ogni sparatoria, senza contare l’incredibile telefonata già cult con Mel Gibson che imita – e anche alla grande – il Maestro Clint Eastwood. Estate pura, senza pensieri.

 

 

 

C’era una volta in Anatolia
di Nuri Bilge Ceylan

Da gustare come: un robusto Raki, ottimo liquore turco.
Se avete bisogno di: un noir che non segua le regole, e tecnica da urlo.
Di cosa si tratta: il ritorno sul grande schermo dell’autore del meraviglioso Uzak sarebbe già di per sè un avvenimento imperdibile per ogni amante di Cinema, nonostante il successivo Le tre scimmie sia stato a suo modo un passo falso del sorprendente regista turco. Se questo non basta, a convincervi a gettarvi in quest’epopea girata da rimanere a bocca aperta, vi basti sapere che vi troverete di fronte ad una sorta di crime story come non ne avrete mai viste orchestrata da uno dei più grandi maghi della macchina da presa presenti al mondo. Per farvi un’idea, qui al saloon Ceylan è considerato, tecnicamente, quasi quanto Sokurov.

 

 

 

 

Rock of ages
di Adam Shankman

Da gustare come: Jack e Coca, fino al mattino. E maledire l’hangover.
Se avete bisogno di: un musical per una volta svestito dell’aura per famiglie alla Mamma mia ed incentrato sull’intramontabile mito del rock.
Di cosa si tratta: ambientato nel 1987, questo musical dal cast all-stars – grande attesa per l’esibizione di Tom Cruise in forma “impossible” in tenuta da glam rock – potrebbe diventare un nuovo, piccolo cult per tutti gli amanti della parte più “estrema” della Hollywood musicale, che nel corso delle ultime stagioni si sono visti sommergere da buonismo e famiglie neanche si fosse precipitati in un incubo disneyano. I rischi che le aspettative siano deluse ci sono, ma qui al saloon non possiamo certo dire no ad una selezione che prevede Def Leppard, Poison e Alice Cooper. Rock and roll all night, and party every day!

 

 

 

Marley
di Kevin McDonald

Da gustare come: un rum agricolo giamaicano, possibilmente molto scuro.
Se avete bisogno di: scoprire o riscoprire una delle più grandi leggende della musica mondiale, un’icona che ha segnato generazioni intere, un simbolo di ribellione, politica e determinazione grande quasi quanto – soprattutto tra i più giovani – Che Guevara. Bob Marley.
Di cosa si tratta: un collage assemblato dall’ottimo Kevin McDonald – che il grande pubblico conosce per State of play e L’ultimo re di Scozia, ma che nel cuore dei frequentatori del saloon resta grande per One day in september e La morte sospesa, due documentari splendidi – che cerca di mostrare al pubblico quanto più possibile del mito e della realtà di una delle più grandi leggende che la musica abbia mai prodotto. Da Trenchtown al mondo, dalla poligamia alla fede, dagli amici ai fan, uno sguardo affascinante ma anche controverso su quello che è stato un vero pioniere, del reggae ma non solo.