A Cicerale si svolge la festa dei ceci che non è solo una sagra, ma un’occasione per conoscere meglio un prodotto, la sua storia e le sue potenzialità, non solo culinarie.  Un toponimo agricolo come quello di Cicerale, la presenza sullo stemma della pianta e di una frase che recita “Terra quae cicera alit” non lascia dubbi: siamo nella terra dei ceci.

Normale, se non addirittura scontato immaginare che a Cicerale dal 21 al 23 Agosto si è svolta la festa dei Ceci. Invece così scontato non è, e lo si inizia a sospettare quando si scopre che questa è solo la terza edizione della festa. Dietro questo giovane evento si cela una storia di recupero, di riscoperta e di valorizzazione. Fino a qualche anno fa, infatti, di ceci a Cicerale se ne vedevano pochi; complice una lunga lavorazione a mano non sostituibile da macchinari questa coltivazione aveva addirittura sfiorato l’estinzione.

Rischio poi scongiurato dal 2009, grazie ad un gruppo di produttori che si sono riuniti per costituire, grazie all’interessamento dell’amministrazione comunale, l’associazione “Ciceralit”. Gli associati sono tenuti a rispettare alcune norme di produzione oltre che a far comparire sulle confezioni lo stemma dell’associazione e quello comunale a tutela del consumatore che ne può verificare la provenienza.

Inoltre, dal 16 luglio di quest’anno il cece di Cicerale è diventato presidio Slow Food, il primo in Italia per i ceci, dimostrando quanto ormai sia forte la volontà di tutelare un prodotto di pregio gastronomico. Il festival è promosso dalla Pro-Loco con il patrocinio del Comune e, per l’occasione, è stato realizzato un interessante documentario che segue l’iter della produzione del legume dalla semina alla battitura. Le piante di ceci, infatti, una volta estirpate dal terreno devono essere avvolte in sacchi di iuta e poi essere battute con alcuni bastoni.

Durante la festa è stato possibile assaggiare i legumi, particolarmente versatili nelle cucine: infatti oltre ai più consueti usi, come nella pasta o nelle insalate, dai ceci si può ricavare la farina, ottima per realizzare frittelle salate ma anche zeppole dolci.

Lunga vita ai ceci dunque e a questa manifestazione che fa assaporare non solo il gusto di un ingrediente tradizionale ma anche quello della sua terra d’origine.