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Scoop! Cronache e giornalisti da prima pagina
il libro del vicedirettore del Corriere della Sera, Giangiacomo Schiavi, dove è racchiusa una preziosa lezione di storia e tecnica di giornalismo. Perché se è vera la massima che solo la storia è magistra vitae, è altrettanto vero che ripercorrere le vicissitudini che hanno portato al successo una grande firma può essere d’esempio per coloro che iniziano la stessa professione. Il testo è un susseguirsi di articoli che rappresentano l’essenza dell’apice di una carriera giornalistica: sono le inchieste che hanno fatto epoca, non solo per aver elevato la notorietà del quotidiano o rivista in cui sono stati pubblicati, ma perché hanno regalato al mondo autentici professionisti del settore. I valori del raccontare, educare, indagare, trovare e vagliare attentamente le proprie fonti sono le linee guida di questi pezzi storici, rappresentativi di un “modus operandi” giornalistico ormai appartenente a tempi andati, quando la parola “scoop” racchiudeva un significato di un serio lavoro e non la superficialità di una verità gonfiata o spesso inesistente.
dal titolo dell’introduzione è chiara la linea guida che il libro intende seguire: “Un Tweet non ci salverà”, esplicita la percezione negativa di un web incontrollato e incrollabile che ha portato all’esasperazione del concetto di scoop, ma anche di notizia stessa. Circolando troppe notizie, spesso è difficile vagliare il vero, dal verosimile al falso, costruito ad hoc per attrarre l’attenzione di lettori sempre più distratti ma attratti da argomenti che rasentano il gossip. L’esasperazione del dare ai lettori quello che vogliono, senza accortezza e accuratezza nella costruzione del pezzo e nella certificazione della verità. Una perseveranza che ha portato ad un giornalismo più mediatico e sensazionalistico piuttosto che volto realmente ad informare, il cui scopo è quindi travisato da tecniche spesso discutibili, che non rappresentano l’autentica professione del cronista. Riportando gli articoli più celebri degli ultimi quarant’anni, l’autore cerca di far capire, soprattutto alle nuove generazioni che si affacciano a questo mestiere, la fatica, l’impegno, la dedizione, il sacrificio di coloro che hanno costruito questa professione perché “bazzicavano” affamati e curiosi “marciapiedi di città” dove imperversavano guerre, imbrogli, degrado, malattia, storie da raccontare, senza aspettare semplice tweet dietro una scrivania.
un’appassionante carrellata di articoli e di inchieste utili per tutti i giovani cronisti. I pezzi selezionati sono basilari per capire le regole fondamentali di un buon giornalismo, esercitato in maniera seria. È un testo fondamentale soprattutto per chi sta cercando di imparare alla “vecchia maniera”, per capire quanto la vera scuola di questo mestiere è la redazione stessa, mentre l’unica palestra per esercitarsi è la strada.
il libro è poco pubblicizzato e rischia di rimanere appannaggio solo degli esperti del settore. Meriterebbe maggior diffusione, perché all’interno delle sue quattrocento pagine racchiude nozioni fondamentali.
l’introduzione del libro è dedicata a due giornalisti che hanno fatto del proprio mestiere un veicolo per informare veramente su qualcosa che merita di essere divulgato, che hanno trasmesso informazione nel senso di denuncia e pretesa di giustizia: si tratta di Maria Grazia Cutuli e di Giancarlo Siani, morti entrambi giovanissimi per aver fatto il proprio mestiere in modo magistrale. Perché il watch dog deve infastidire in modo costruttivo per servire i propri lettori e non assoggettarsi ai poteri o aver paura di indagare: il vero giornalista è orfano, bastardo ma soprattutto dedito alla verità.
soprattutto ai giovani giornalisti o aspiranti tali, ma anche a coloro che vogliono ripercorrere un pezzo di storia del nostro paese attraverso l’occhio della stampa.
Scoop! Cronache e giornalisti da prima pagina a cura di Giangiacomo Schiavi, vicedirettore del Corriere della Sera
Editore Carte Scoperte , costo 18,50