In principio era “Life in a day”. Un progetto monumentale, portato avanti da Youtube, prodotto da Ridley Scott e girato da Kevin Macdonald, premio Oscar per il miglior documentario nel 2010. Nell’arco di 24 ore, dalle 00:11 alle 23.59 del 24 luglio 2010, tutto il mondo è stato chiamato a filmare una porzione della propria vita. Le indicazioni date agli utenti dal regista erano semplici. Chiedeva di dare una sorta di uniformità al progetto cercando di filmare dei momenti che rispondessero principalmente a tre domande: qual è la vostra paura più grande di oggi? Che cosa amate? Che cosa vi fa ridere?

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Il risultato sono stati 4500 ore di riprese, provenienti da 180 nazioni, che la bravura del regista è riuscito a condensare in un lungometraggio di circa 95 minuti, tuttora visibile sul canale Youtube del progetto, e la vittoria di alcuni premi cinematografici internazionali quali il Sundance Film Festival, il Krakow Film Festival e il Cinematic Vision Award di Discovery Channel, oltre che la presentazione al Festival Internazionale del Cinema di Berlino.

 

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Life in a Day ha dato vita al primo esperimento di Social Movie, il cinema partecipato che ha rivoluzionato il modo di considerare il documentario, la recitazione e il film in presa diretta. Nell’era dei social network, della condivisione globale attraverso internet, i confini del “realismo” artistico sono stati ulteriormente scardinati e rivisti. Non si tratta più della scelta stilistica di un singolo regista che si concentra sulla ripresa della realtà, o su un lavoro documentaristico, bensì è l’individuo comune che diventa regista e protagonista, e collabora in un progetto con il resto del mondo.

Ed effettivamente Life in a Day ha avuto talmente successo da essere riproposto, poco dopo, in Gran Bretagna e Giappone, dando vita rispettivamente a Britain in a Day e Japan in a Day. Il format e lo scopo sono gli stessi dell’idea madre e i produttori sempre i fratelli Scott. Japan in a Day, in particolare, è stato pensato per documentare la situazione del Giappone dopo il disastro dello tsunami nel 2011.

 


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Adesso è la volta dell’Italia. Il progetto Italy in a Day è stato affidato al regista premio Oscar Gabriele Salvatores e il giorno prescelto per le riprese è il 26 ottobre 2013. Ciascun partecipante potrà caricare il suo video, della durata di una quindicina di minuti, sul sito ufficiale entro tre settimane a partire proprio dal 26 ottobre. Il risultato sarà uno spaccato della vita italiana che uscirà nelle sale cinematografiche prodotto da Rai Cinema e da Indiana Production. Salvatores chiama tutti gli italiani, anche quelli attualmente all’estero, a riprendere un momento particolare della loro giornata, dando vita ad un video-diario. Lo strumento da usare può essere anche un tablet, un cellulare, uno smartphone, un mezzo amatoriale o professionale che registri, però, degli attimi autentici di quotidianità. Anche Salvatores propone delle tematiche per costituire una sorta di fil rouge del progetto: che cosa ami? Di che cosa hai paura? In che cosa credi? Qual è la tua Italia?

 

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Si tratta, quindi, di costruire anche stavolta – come aveva proposto Kevin Macdonald – una sorta di “capsula del futuro”, che forse un giorno, chissà, verrà usata come fonte storica di prima mano, come un tempo si usavano i graffiti sulle pareti di una grotta, i manoscritti di una biblioteca, gli archivi di Stato.