L’Assemblea Generale delle Nazioni Uniti, riunitasi il 19 dicembre 2011, ha riconosciuto che “lo sviluppo e l’investimento nelle ragazze che si trovano in condizioni critiche costituisce uno dei Millennium Development Goals”, uno degli obiettivi fondamentali a cui si deve giungere per poter proseguire nella strada fondamentale verso il progresso, l’emancipazione, la democrazia e l’assicurazione globale dei diritti umani.

Partendo da questo fondamentale principio è stata istituita la Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze, celebrata per la prima volta l’11 ottobre 2012 attraverso migliaia di iniziative in tutto il mondo: convegni, conferenze, tavole rotonde, eventi culturali e manifestazioni di impatto, come la colorazione di rosa dei principali monumenti, da Londra a Milano, da New York a Nuova Delhi.

girlchildday
Lo scopo dell’11 ottobre dell’anno scorso era di sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale sul tema delle mogli bambine, piccole donne sottratte alla possibilità di godere dell’innocenza e della spensieratezza dell’infanzia, perché costrette a sposarsi in età infantile, spesso con uomini molto più grandi di loro.

Il tema scelto per il 2013 è stato “l’innovazione nell’istruzione femminile”. Moltissime bambine e ragazze, specialmente nei Paesi sottosviluppati, non hanno accesso all’istruzione, non solo per impossibilità materiali o economiche, ma perché andare a scuola è proibito, è un reato, una colpa. La tecnologia, intelligente e sostenibile, può allora venire in aiuto, sia che si tratti di utilizzare un nuovo tipo di mattoni resistenti agli agenti atmosferici, come accade in Madagascar; sia che si tratti di coinvolgere le ragazze in iniziative di tutoraggio aziendale a tema tecnologia e ingegneria, come accade in Sudafrica.

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=3wzjYpUMCKY]

 
Garantire l’accesso all’istruzione alle giovani donne è stato definito da ONU e UNICEF un obbligo e un imperativo morale. Raggiungendo questo traguardo si darebbe un incredibile impulso positivo allo sviluppo sociale di tutti i popoli, un processo a catena che porterebbe anche alla riduzione della mortalità e della povertà, all’accrescimento dell’equità e della democrazia.

A testimonianza di tutto ciò, si inserisce la storia di Malala Yousafzai, la ragazza pachistana che dall’età di 13 anni ha denunciato il regime talebano attraverso un blog della BBC, sul quale scriveva sotto pseudonimo. Il 9 ottobre 2012 Malala è stata ferita gravemente da un convoglio di talebani, proprio mentre tornava da scuola. L’attentato non ha fermato, però, la piccola eroina che ha continuato con ancora maggior convincimento a battersi per garantire a tutte le ragazze come lei un’istruzione adeguata, il primo passo, spesso il più importante, verso l’emancipazione e la libertà.

pakistans kinderrechtsaktivistin malala yousafzai wird mit dem internationalen friedenspreis für kinder ausgezeichnet

Malala è stata una delle candidate al Premio Nobel per la Pace 2013, un riconoscimento per il quale la giovane donna, dando prova di umiltà e semplicità, si era dichiarata inadeguata. In realtà, già il 10 ottobre 2013 il Parlamento europeo le ha conferito il Premio Sakharov per la libertà di pensiero. Malala Yousafzai è sicuramente una ragazza eroica, come il presidente Martin Schulz l’ha definita ieri.