svegliamuseo#svegliamuseo! No, non è il claim di una nuova “notte al museo” ma un progetto giovane e ambizioso che guarda lontano e lo fa da vicino. Come si fa?
Prendete l’energia di tre fanciulle con studi e passione per l’arte, un’idea buona e generosa e il giusto mix di tecnologia… E’ quanto basta per comunicare al mondo la propria “chiamata alle “arti””.
Sì, sveglia museo è una vera e propria call to action nata da un forte spirito digitale e da una ricerca condotta nell’ambito dei musei sull’utilizzo degli strumenti di comunicazione più in voga: i social network!
Si potrebbe pensare ad un progetto estemporaneo che sfrutta la nuova onda di canali come Twitter quotati in borsa o acclamati da un quotidiano passaparola e, invece no, l’idea alla base potrebbe promuovere collaborazioni e sinergie naturali nel Bel Paese dei campanilismi: nuovi stimoli per musei troppo spesso inchiodati al passato.
Sveglia museo, infatti, non è solo uno spazio web di informazione, ma un vero e proprio esperimento che nasce dalla volontà di riunire attorno ad un cinguettio le migliori esperienze museali social provenienti da tutto il mondo. Scomoderei volentieri la tecnica internazionale del buzz marketing per riassumere in due parole #svegliamuseo ma lascio a Francesca De Gottardo, ideatrice del progetto, il racconto di un’esperienza tutta italiana.

 

Come nasce #svegliamuseo? Quali le basi e quali le prospettive future?
Il progetto è nato da un’osservazione: quest’estate ho svolto per lavoro una mappatura delle strutture culturali del Nord Est e mi sono accorta di come in Italia molti musei, anche importanti, fossero assenti dai social media e comunicassero online con siti antiquati e poco aggiornati. C’era, quindi, un problema e c’erano alcuni articoli che lo evidenziavano, ma non c’era nessun progetto specifico che provasse a dare una soluzione. Ho coinvolto due amiche – Aurora, che ha lavorato al Getty Museum, e Federica, appassionata di social media – e mi hanno aiutata a dare vita a #svegliamuseo. Speriamo serva a creare maggior consapevolezza e a spingere professionisti e appassionati del settore a confrontarsi in un dialogo costruttivo sull’argomento.

 

Qual è l’obiettivo primario e come pensate di raggiungerlo?
#svegliamuseo vorrebbe aiutare i musei italiani a migliorare la comunicazione online, da un lato chiedendo suggerimenti e best practice ai colleghi stranieri, dall’altro intervistando i musei che sono “già svegli” in Italia. Entrambi gli approcci servono ad accendere i riflettori sul problema e a fornire possibili idee su come affrontarlo. Stiamo inviando email ai community manager stranieri e Aurora ha già ottenuto l’ok di 4 grandi realtà. La piacevole sorpresa è stata che alcuni piccoli musei italiani si stanno offrendo volontari per essere consigliati ad hoc dai professionisti d’oltreoceano, a dimostrazione che la volontà di crescere c’è e che stiamo andando nella direzione giusta!

 

Come definiresti #svegliamuseo? Un’open call, un contest o un possibile format per il futuro dei musei?
In cuore mio, spero davvero che #svegliamuseo diventi un format da replicare in futuro! Il progetto è nato quasi per caso, spinto da una forte passione personale. Abbiamo invece scoperto che questa passione è condivisa e che le persone hanno sempre a cuore i musei e vorrebbero parlare più direttamente con loro, ma non vorremmo limitarci a chiedere consigli all’estero. Stiamo cercando anche noi di capire in che direzione muoverci. Ad esempio, ci sono ragazzi laureati in materie umanistiche come me che vorrebbero fare questo mestiere e musei che vorrebbero avere qualcuno che si occupi dei loro social: perché non mettere in contatto questi due mondi, magari fornendo la formazione adeguata tramite workshop?

 

Consulta il sito di #svegliamuseo