Simbolo dell’unione dei cinque continenti a seconda del colore, i cinque cerchi olimpici comparvero per la prima volta nella bandiera olimpica del 1913 e furono presentati dal loro ideatore Pierre de Coubertin al Congresso Olimpico che si è tenuto a Parigi nel 1914. L’azzurro per l’Oceania, il giallo per l’Asia, il blu per l’Europa, il nero per l’Africa e il rosso per l’America, sono divenuti il segno della solidarietà e della fratellanza, valori che si riflettono nell’istituzione dei giochi stessi. Ecco alcune immagini e variazioni creative del logo tradizionale.

 

Ogni quattro anni, migliaia di atleti provenienti da oltre 200 paesi si riuniscono in una città per competere in quello che è, senza dubbio, il più grande evento sportivo del mondo – i Giochi Olimpici. Questa estate gli occhi del mondo sono puntati su Londra e la città si impegna a ospitare l’evento olimpico più verde mai realizzato. Nel 2010, Vancouver ha elevato lo standard verde per le Olimpiadi con le iniziative di sostenibilità avviate per i Giochi Olimpici Invernali. Ora, gli organizzatori delle Olimpiadi di Londra hanno un ambizioso piano per ospitare i primi giochi “veramente sostenibili”.

Sotto i riflettori dei media per quasi tre settimane, le Olimpiadi a Londra offrono un’occasione unica agli sponsor ufficiali per rafforzare le idee verdi e accelerare gli sforzi per trasformare Londra in una città sostenibile. Già dall’organizzazione dell’evento, i media britannici hanno messo in discussione l’impegno ambientale dei responsabili dei Giochi in discussione, ma nonostante le critiche i visitatori potranno apprezzare le particolarità verdi, che sicuramente rappresenteranno gran parte dell’esperienza olimpica.

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Si respira già un’atmosfera elettrizzante nella metropoli britannica. La più importante manifestazione sportiva a livello mondiale, i Giochi Olimpici e Paraolimpici in programma rispettivamente a partire dal prossimo 27 luglio al 12 agosto e dal 29 agosto al 9 settembre, sta catalizzando l’attenzione di sportivi, media e pubblico.
Un’estate ricca di emozioni per la capitale del Regno Unito, iniziata la prima settimana di giugno con il Giubileo di Diamante della Regina, seguito dall’emozionante percorso della fiaccola olimpica che riporta finalmente i cinque cerchi olimpici in terra anglosassone.
Dopo ben sessantaquattro anni e per la terza volta – la prima e la seconda hanno avuto luogo rispettivamente nel 1908 e nel 1948 – Londra celebra la trentesima edizione dei Giochi Olimpici e la quattordicesima di quelli Paraolimpici.
Ad amplificare l’emozionante attesa per l’evento sportivo per eccellenza ha certamente contribuito l’arrivo della fiaccola olimpica il 18 maggio ed il suo viaggio per un periodo totale di settanta giorni per tutto il Regno Unito, che dà la possibilità ai sudditi di Sua Maestà e non solo di assistere al suo passaggio e di respirare così l’aria di festa.
Per ospitare degnamente la manifestazione, la città si è dotata di ben trentetre impianti, la maggior parte dei quali ubicati nel nuovissimo ‘Olympic Village’, realizzato nella parte orientale di Londra, in Zona 3. Questa zona, che si estende per circa 2 km quadrati nell’area di Stratford, comprende sette siti: lo Stadio Olimpico, dedicato alle competizioni di atletica leggera e nel quale si svolgeranno le cerimonie di apertura e di chiusura; il Centro Olimpico di Hockey; il Centro Acquatico destinato alle competizioni di nuoto; il London Velopark che ospiterà le gare ciclistiche; infine, le tre Arene Olimpioniche riservate a pallavolo e pallamano, scherma, pentathlon moderno e basket.
L’enorme villaggio olimpico ha una capienza di 17.320 posti letto suddivisi in 3.300 appartamenti – nei quali non mancano accesso internet, tv e persino giardino privato – ed ospiterà atleti provenienti da ogni parte del mondo. Il villaggio includerà poi una zona internazionale, dove gli atleti potranno vedere i loro amici e le loro famiglie.

La ‘River Zone’ lungo il Tamigi, invece, comprenderà: le Arene O2 e di Greenwich, riservate a badminton e ginnastica; il Centro Espositivo ExCeL per le gare di pugilato, sollevamento pesi, judo, taekwondo, lotta e tennis da tavolo; l’Arena di Greenwich Park per le competizioni equestri; infine, a Woolwich, la Royal Artillery Barracks sarà sede delle gare di tiro al volo.
Nella ‘Central Zone’ nel cuore di Londra, a sua volta, si celebreranno le finali di calcio presso lo stadio di Wembley, mentre le competizioni di tennis si terranno nei famosi campi di Wimbledon. Nel Lord’s Cricket Ground si svolgerà il tiro con l’arco, nel Regents Park il ciclismo su strada ed il beach volley nella Horse Guards Parade di Whitehall. Infine, Hyde Park ed Earls Court ospiteranno rispettivamente il triathlon e la pallavolo.
Ma non finisce qui, perchè fuori dal perimetro cittadino sono comprese anche altre quattro località di gara: Broxbourne, nell’Hertfordshire, per canoa e kayak slalom; Dorney Lake, vicino a Windsor, per canoa, canottaggio e kayak sprint; Weald Country Park, in Essex, per la mountain biking e l’Accademia di Wymouth e Portland National Sailing nel porto di Portland, a circa 200 km dal villaggio olimpico, per la vela.
Occorre anche ricordare che le partite di calcio sono in programma a Newcastle, Manchester, Cardiff, Belfast, Birmingham e Glasgow.

La capitale inglese non ha dunque badato a spese per preparare e realizzare questo imponente evento, anche perchè Londra si prepara a battere ogni record, diventando la prima città al mondo ad ospitare i giochi olimpici estivi per tre volte. I costi dell’evento e della riqualificazione urbana che esso ha comportato, sono stati nell’ordine dei 2 milioni di sterline e sono stati sostenuti grazie all’intervento ed alla compartecipazione di diversi partner e investitori pubblici e privati, tra i quali Coca Cola, Acer, Mc Donald’s e Samsung. Da tempo la città ha intrapreso un programma di riqualificazione delle aree degradate, in particolare dell’East End, proprio dove è stato realizzato l’Olympic Village. L’area dove sorge ora il villaggio olimpico, Stratford, situata a nord dei Docklands, è stata, infatti, interamente ricostruita e riqualificata secondo il progetto ‘Thames Gateway’, carta vincente per l’assegnazione a Londra di queste Olimpiadi 2012.

Al termine dei Giochi la città trasformerà il Villaggio e tutte le sue strutture in un enorme nucleo scolastico, che servirà la zona orientale della capitale e dall’enorme complesso verranno anche ricavati circa 4.000 appartamenti che saranno messi in vendita. Il nuovo quartiere prenderà il nome di Strand East e il simbolo della rigenerzione di quest’area sarà rappresentato dalla torre di 40 metri realizzata da Wood Beton – progettata dallo studio di architettura ARC-ML e dagli ingegneri di eHRW coordinati dall’ingegnere Giovanni Spatti – attorno alla Sugar House Lane, una periferia che da molto tempo versava in stato di degrado ed ora finalmente trasformata, e denominata Strand East Tower. Questa vera e propria scultura ha una forma iperboloide slanciata ed è formata da un reticolo di travetti di legno intrecciati e 16 anelli orizzontali in acciaio zincato, che le danno un aspetto trasparente e che di notte sarà illuminata da oltre 600 luci a LED dai colori iridati.

Sono stati venduti oltre otto milioni di biglietti per le gare Olimpiche, ai quali vanno sommati un milione e mezzo per quelle Paraolimpiche, e i biglietti, che erano già stati messi in vendita lo scorso anno, sono andati esauriti nel giro di poche settimane. Tutte le gare saranno comunque trasmesse in diretta dal canale nazionale BBC e da Channel 4, quest’ultimo emittente ha infatti ottenuto l’esclusiva per la copertura dei giochi Paraolimpici.

Ci si aspetta una straordinaria partecipazione di pubblico e di curiosi in città – sono previsti oltre 180.000 spettatori ai Giochi – e proprio per far fronte al problema dei trasporti il governo ha stanziato un piano di ammodernamento delle numerose infrastrutture cittadine in vista dell’afflusso record di visitatori per le Olimpiadi, cercando di assicurare, mediante le 10 linee su ferrovia, il trasporto di 240.000 passeggeri per ora. Ad esempio, le linee della metropolitana Northen e Jubilee sono state oggetto di manutenzioni straordinarie, mentre l’Overground e la linea DLR, che fanno parte della linea della metropolitana leggera, sono state estese fino a servire la zona olimpica ad est di Londra, con chiari benefici anche per i comuni cittadini, i quali posso così usufruire di nuovi servizi anche dopo la fine della manifestazione sportiva.

Hanno fatto alquanto discutere i sistemi di sicurezza approntati duranti i giochi, con tanto di 13.500 militari dispiegati, missili collocati sopra i palazzi e nave della marina militare nella riva del Tamigi, giusto per rendere tutti più sicuri..almeno secondo quanto affermato dalle autorità.
Non ci resta quindi che fare il conto alla rovescia con il grande orologio digitale che dal marzo dello scorso anno è stato posizionato in Trafalgar Square, e che lo spettacolo abbia inizio!

 

Se ormai la fiamma olimpica è finalmente approdata in suolo britannico, i fortunati appassionati sportivi ma anche tutti coloro i quali avranno la possibilità di trascorrere qualche giorno d’estate a Londra, potranno visitare una mostra affascinante e davvero ricca d’interesse.

Inaugurato il 17 maggio e visitabile gratuitamente fino al 16 settembre, l’evento è ospitato dalla Wallace Collection, piccolo grande gioiello tra i musei della capitale inglese, situato nella centrale Manchester Square. Nata come collezione privata dei quattro marchesi di Hertford e donata alla nazione nel 1987 dalla vedova dell’ultimo erede, Sir Richard Wallace – anch’egli spiccato collezionista – il museo rinomato per le sue cospicue opere d’arte di periodo Barocco e non solo, ospita eccezionali capolavori dall’epoca rinascimentale all’ottocento tra i quali figurano dipinti di Canaletto, Rembrandt, Tiziano, Poussin, ma anche prestigiosi mobili Boulle e straordinarie porcellane di Sèvres.

La mostra curata da Tobias Capwell, grande esperto di armi e armature, è presentata in due ampi spazi delle gallerie temporanee. La luce soffusa rivela una ricca selezione di spade – per la maggior parte della stessa collezione del museo ma anche provenienti per la prima volta da prestigiose collezioni europee come quelle di Vienna e Dresda – ed antichi manuali dedicati all’arte della spada, che permettono al visitatore di scoprire un tratto affascinante e poco noto della storia dell’arte rinascimentale.

Attraverso questi splendidi oggetti, veri protagonisti della mostra, viene infatti raccontata l’importanza sociale ed artistica che rivestivano le spade nel XVI e XVII secolo ed in particolare lo stocco d’arme o spada da stocco: allo stesso tempo arma, accessorio di moda e di raffinata manifattura, e di cui il nostro paese aveva nella città di Milano uno dei centri più importanti di produzione in tutta Europa.

Nel XVI secolo, infatti, la spada è oggetto di estrema importanza per l’uomo rinascimentale, il quale non si separa mai da essa ed è sempre pronto ad usarla nella vita di tutti i giorni. Il duello, all’origine del moderno sport della scherma una delle nove originarie specialità delle Olimpiadi -, è a tutti gli effetti uno dei momenti che caratterizzano la vita di un nobile che con la sua spada dimostra il suo rango sociale, il suo potere e la sua attenzione per il costume e la moda del momento.

Così, spade di diverso materiale e foggia, provenienti tra gli altri dal Victoria and Albert Museum, dalle Royal Armouries e da alcune collezioni britanniche private, tra le quali si distingue per forma, qualità e bellezza quella per il futuro imperatore del Sacro Romano Impero, Massimiliano II (1527-1576) – conservata a Vienna e per la prima volta in mostra nel Regno Unito – e un raffinato costume da parata indossato dall’elettore Cristiano II di Sassonia (1583-1611), rappresentano esempi notevoli della produzione di manifatture esistenti nel XVI e la prima parte del XVII secolo in tutta Europa, mentre i manuali ed i trattati di combattimento, come il ‘Trattato d’Armi’ di Camillo Agrippa pubblicato a Venezia nel 1568 – provenienti prevalentemente dalla Biblioteca Howard de Walden – con le loro illustrazioni costituiscono un indispensabile complemento alle preziose armi in mostra.

La tecnica ed il combattimento con la spada, infatti, diventano una vera e propria arte codificata e trattata scientificamente da numerosi autori del XVI e XVII secolo, come Gerard Thibauld, Ridolfo Capo Ferro e Achille Marozzo, i quali si impegnarono nello studio scientifico del corpo umano, dei suoi movimenti e, dunque, nella codificazione delle tattiche per affrontare un combattimento con la spada; non mancano in mostra le spade disegnate proprio per essere utilizzate durante gli allenamenti nelle scuole di scherma che si affermavano via via in tutta Europa a partire dal XVI secolo.

Il percorso della mostra ed, inoltre, un valido allestimento relativo alla produzione delle spade in epoca rinascimentale – presentato in una sala a parte – permetteranno dunque ai visitatori di avere a disposizione tutti gli elementi per scoprire e ricostruire una tappa fondamentale della storia e dello sviluppo di una forma d’arte rinascimentale non troppo conosciuta, che racchiude in sé stessa elementi artistici, scientifici e di curiosità legate allo sport. Da segnalare, infine, tra i numerosi eventi legati alla mostra, una dimostrazione di combattimento di spade nelle date del 7 luglio, 11 agosto ed 17 settembre. Tutti i programmi e gli orari sono disponibili sul sito internet della Wallace Collection.

 

 

 

 Londra Babilonia

 

 

 il nuovo libro di Enrico Franceschini, corrispondente da Londra per il quotidiano la Repubblica, è dedicato alla città più cosmopolita del mondo, la nuova Babilonia che ha catalizzato a sé culture e popolazioni diverse da ogni parte del pianeta. Tutti i pettegolezzi e le storie dei luoghi e personaggi che hanno reso leggendaria la metropoli inglese, partendo dall’esperienza diretta dello stesso giornalista che ci racconta di Londra attraverso i suoi occhi di cittadino. Il libro si snoda tra racconti, descrizioni e cronache della metropoli, analizzandone tutti gli aspetti e le curiosità, dalle più divertenti alle più inquietanti e scabrose. Un racconto definito dallo stesso Franceschini una “storia d’amore”, dedicata alla città che lo ospita tutt’ora e che senza grandi pretese è riuscita ad invaghire lui e tanti altri che l’hanno scelta come dimora.

 diviso in capitoli tematici Franceschini racconta come appare Londra agli occhi di quanti sono arrivati qui alla ricerca di fortuna. In ogni capitolo scopriamo ogni segreto e particolare che forse anche ai più appassionati e fedeli alla cultura British saranno sfuggiti. Dalle personalità che nell’ambiente londinese hanno raggiunto il successo, allo stile di vita e di abbigliamento diverso degli italiani lì trasferiti ed integrati, ai pettegolezzi sulla casa reale (anche riportando episodi vissuti in prima persona dall’autore durante i ricevimenti), dalle abitudini di vita dell’aristocrazia a quelle dei giovani il sabato sera. Alla descrizione di dimore storiche, come quella del primo ministro a Downing Street del parlamento di Westminster, accompagnate dai vari aneddoti di quanti vi hanno abitato e lavorato segue la narrazione dell’ascesa dei ristoranti più famosi, delle abitudini buffe e retrò, dei ritmi frenetici della City finanziaria e del prezzo esorbitante degli appartamenti a metro quadro. Una panoramica completa di pregi e difetti di una città che riserva in ogni angolo qualche sorpresa e che racchiude nelle sue vie numerose storie che l’hanno resa leggendaria.

 lo stile scorrevole e umoristicamente British del giornalista rende molto piacevole la lettura di questo breve “romanzo d’amore”, dedicato alla città prediletta non solo dall’autore ma di tanti altri che aspirano a trovare un posto nel suo mondo così variegato. Ideale da leggere in viaggio verso la nuova Babilonia per cominciare a respirare l’atmosfera della city multietnica accompagnati da chi ne conserva la memoria storica. Scorrendo le pagine emerge lo spirito tollerante di una città che è riuscita non solo ad integrare le numerose culture che la abitano, ma si è evoluta insieme ad esse, assorbendone le novità e le potenzialità. Il risultato è una città non passibile di categorizzazioni e di descrizioni esaustive.

 L’unica criticità del libro è la mancanza di una pratica cartina all’interno e pertanto per tutti coloro che non sono a proprio agio tra le vie cittadine possono riscontrare qualche difficoltà nel ricordare i numerosi posti. Dunque il consiglio è armarsi di una mappa durante la lettura e segnare i luoghi da visitare per avere una panoramica completa del contesto delle leggende e dei racconti.

 interessante il capitolo dedicato all’eterna lotta tra la city per eccellenza americana, New York, e la capofila europea Londra. Invece di ricadere nel solito stereotipo del contrasto tra le due realtà, Franceschini, partendo dall’esperienza del columnist del Financial Times John Gapper che in poco più di mezza giornata si è spostato dalla redazione americana del celebre quotidiano finanziario a quella inglese, è convinto che le due cities in realtà non siano altro che un’unica immensa metropoli, con collegamenti sempre più veloci e con la stessa particolarità di essere delle “isole” all’interno delle proprie nazioni, rappresentando una mentalità e un modo di vivere completamente a sé stante.

 chi sta programmando un viaggio nella città che non smette mai di stupire, a quanti l’hanno già visitata e non si stancano mai di tornare. Quest’anno un’occasione in più sarà offerta dall’evento delle Olimpiadi, che porteranno nuova linfa vitale all’East End sino ad oggi considerato il quartiere più degradato della city. Quindi sarà possibile visitare una Londra diversa, inconsueta e lontana dai soliti itinerari turistici.

 Londra Babilonia di Enrico Franceschini Editore Laterza, costo 9 euro

 

 

Oggi è ufficialmente partita la corsa della torcia olimpica: sul monte Olimpia, dinanzi al Tempio di Era, si è ripetuto l’antico rito dell’accensione della fiamma, preceduto dall’invocazione propiziatoria ad Apollo.
Grazie agli specchi parabolici, le sacerdotesse, guidate dall’attrice Ino Menegaki, hanno presenziato all’accensione del tripode, da cui la torcia attinge il fuoco.
Il primo tedoforo è stato Spyros Gianniotis, campione greco di nuoto, che ha passato la fiaccola al giovane pugile Alexandros Loukos, inaugurando la marcia che durerà otto giorni e percorrerà 2.900 chilometri.

 

La staffetta ellenica si concluderà con una cerimonia allo Stadio di Atene il 17 maggio, prima che il “sacro fuoco” voli a Londra, sede dei Giochi per l’edizione 2012.
Dalla capitale inglese il viaggio della torcia proseguirà per altri 70 giorni attraverso tutta la Gran Bretagna, fino alla cerimonia di inaugurazione prevista per il 27 luglio allo Stadio Olimpico londinese.
Qui la fiaccola tornerà protagonista, poiché farà la sua spettacolare entrata nello stadio, passando di mano ai vari atleti presenti, fino a giungere all’ultimo tedoforo che la utilizzerà per accendere il braciere, segnale di apertura ufficiale dei Giochi, il cui fuoco risplenderà per tutta la durata delle Olimpiadi.

La torcia per le Olimpiadi di Londra 2012 è stata creata da Edward Barber e Jay Osgerby, titolari di uno studio di disegno industriale nel quartiere londinese di Hackney, ed ha ricevuto il prestigioso premio “Design of the Year”: il progetto è caratterizzato da una linea pulita e moderna, movimentata da una superficie dorata e forata che le ha valso il soprannome di “expensive cheesegrater”.

 

 Le immagini sono tratte dal sito ufficiale delle Olimpiadi di Londra