CLOISTER

Monti&Taft comunica con piacere che il 28 Maggio 2016 verrà inaugurato Made in Cloister, progetto di riqualificazione urbana nel cuore di uno dei quartieri a più ampio margine di miglioramento della Città di Napoli.

Monti&Taft, che ha avuto in vari modi occasione di partecipare alle fasi costitutive di questo nuovo player culturale, è certa che gli impatti che questo progetto avrà sul territorio saranno positivi e consistenti.

 

Contatti: Tel. +39 06 5759501   info@monti-taft.org     www.monti&taft.org

 

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Strategic Arts Management Master class

Progettare la cultura: strategie, strumenti, mappe urbane

27 e 28 marzo 2015

Opificio Romaeuropa

 

Si terrà a Roma il 27 e 28 marzo 2015 presso l’Opificio Romaeuropa la nuova edizione di Strategic Arts Management Master class “Progettare la cultura: strategie, strumenti, mappe urbane”.

Giunta alla sua VII edizione, SAM master class rinnova ogni anno con passione il suo impegno a rispondere alle nuove esigenze emergenti nel sistema culturale con l’obiettivo di fornire a progettisti e operatori, approcci e strumenti sempre aggiornati per affrontare ogni giorno i mercati delle arti.

È un confronto critico e progettuale focalizzato sulla sperimentazione di forme inedite di creazione, produzione e scambio di saperi ed esperienze tra giovani professionisti della cultura e un team multidisciplinare di esperti internazionali.

Domanda, offerta e impatto della cultura negli spazi urbani: questo il centro intorno al quale gravita la settima edizione di SAM Master class.

Perché la dimensione territoriale e il legame con il disegno urbano sono fondamentali per le industrie culturali e creative? Come riuscire a raccontare in modo efficace i propri progetti e la cascata dei benefici che sono capaci di generare sia in termini culturali che in termini di impatto economico? Perché e come si misura la cultura nelle nuove dinamiche della rivalutazione del tessuto urbano? Questi gli interrogativi fondanti intorno ai quali si snoda il programma della Master class.

Progettare la cultura: strategie, strumenti, mappe urbane si rivolge a professionisti delle imprese culturali e creative; creativi spinti dal desiderio di concretizzare un progetto culturale; giovani manager e tecnici legati alla progettazione culturale; laureati e laureandi che aspirano a lavorare nel settore culturale e no profit; ricercatori, docenti universitari e a tutti coloro che intendono acquisire o migliorare le proprie competenze nell’ambito del management culturale.

Sessioni di approfondimento e laboratoriali si alternano per creare uno spazio di knowledge and experience sharing, in cui ciascun partecipante può dialogare con i relatori invitati, in un clima informale e di scambio.

Il team degli esperti è composto da: Michele Trimarchi (Tools for Culture), Pierluigi Toni (Social Business e Fundraising), Linda Di Pietro e Massimo Mancini (Caos Terni), Ludovico Solima  (audience engagement), Eugenia Morato (Digital strategist), Francesca De Gottardo (#svegliamuseo), Francesca Masoero ( STREAM!) Roberta Pisa (Tafter).

La quota di partecipazione è comprensiva di materiali didattici, light lunch con gli esperti, quota assicurativa, attestato di partecipazione.

 

A tutti i partecipanti verrà rilasciato un attestato di partecipazione.

La deadline per iscriversi è il 24 marzo 2015

Per informazioni dettagliate sul programma e per iscriversi clicca qui 

 

Strategic Arts Management è un prodotto formativo ideato da Tools for Culture, organizzazione  collegata al gruppo Monti&Taft, attiva nel campo della ricerca e dell’alta formazione per il management culturale, in collaborazione Fondazione Romaeuropa, Tafter

In collaborazione con

Monti Taft - Fondazione Roma

 

 

 

 

 

 

 

In media Partnership con

Tafter, rivista, cultura e sviluppo,

 

 

 

 

 

tools@monti-taft.org  tel.+39 051 225565   fax +39 051 229656

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Contatti Tools for culture

manettibrosSong’e Napule, l’ultima e divertente fatica dei fratelli Manetti, è presentato fuori concorso al Festival Internazionale del Film di Roma con un cast tutto italiano: Giampaolo Morelli, Alessandro Roja, Serena Rossi, Paolo Sassanelli, Carlo Buccirosso e Peppe Servillo. I due (Manetti) Bro. sorprendono con una commedia poliziesca ambientata a Napoli. Una storia festosa e noir dove Giampaolo Morelli, l’ex Ispettore Coliandro, interpreta il cantante neomelodico Lollo Love e canta dal vivo le musiche originali scritte da Pivio e Aldo De Scalzi e arrangiate dagli Avion Travel. I due registi Marco e Antonio Manetti debuttano con la regia di video musicali e approdano al cinema con alcune pellicole tra cui Piano 17, il thriller L’Arrivo di Wang e poi l’horror Paura 3D. Con Song’e Napule raccontano il fenomeno napoletano dei cantanti neo melodici, famosi nella loro città ma sconosciuti a livello nazionale. Senza presunzione girano una storia dalla linea comica e romantica, con un taglio che ricorda chi, per primo, ha raccontato la vera Napoli e cioè i registi Nanni Loy ed Ettore Scola.

Paco (Alessandro Roja), un pianista disoccupato, entra da raccomandato in polizia e viene chiamato dal Commissario Cammarota (Paolo Sassanelli) per una missione speciale. Deve infiltrarsi nel gruppo musicale di Lollo Love (Giampaolo Morelli) che suonerà al matrimonio della figlia (Serena Rossi) di un boss della camorra.

 

Intervista a Marco Manetti e Giampaolo Morelli

 

Il film Song’e Napule è stato fortemente voluto dal produttore Luciano Martino recentemente scomparso. Potete raccontarci come nasce l’idea del film?

Marco Manetti: “Nella nostra vita è entrato Luciano Martino, un bambino di 80 anni che ha insistito e ci ha martellato continuamente dicendoci: questo è il film che dovete fare. L’idea è di Giampaolo Morelli ma la sceneggiatura è stata scritta da Michelangelo La Neve con la nostra collaborazione. Siamo orgogliosi di aver girato il suo ultimo film; è più suo che nostro. Amiamo il cinema e ci vengono in mente delle storie. Da fuori sembriamo dei registi che fanno un percorso, un tragitto che vuole toccare diversi generi un po’ alla Soderbergh ma, in realtà, siamo aperti a tutto e pronti a fare qualsiasi film che ci piace.”

Giampaolo Morelli: “Mi piace il genere e poi vengo da un quartiere di Napoli che si chiama Arenella, tra il centro storico e il Vomero, e ho amici di tutte le classi sociali. Mi ha sempre incuriosito l’idea di mettere un napoletano borghese all’interno di un tessuto sociale completamente diverso, quello più popolare e dei cantanti neo-melodici che da Napoli in giù sono conosciutissimi. Un genere fatto anche di video clip assurdi, pieni di cuore, sentimento e arte. In realtà sono cantanti e musicisti molti talentuosi. Volevo raccontare la Napoli dei matrimoni infiniti che sembrano più dei sequestri di persona e volevo realizzare un altro sogno: portare i fratelli Manetti a Napoli. Solo loro potevano raccontare la Napoli come la vedevo io. Ogni angolo e vicolo di Napoli è un set. Loro potevano calarsi nel tessuto sociale e raccontarla così bene, da dentro.

 

Il film tratta il rapporto cantanti e camorra e alla loro presunta affiliazione. Immaginate che potranno esserci delle polemiche?

Marco Manetti: “Il film non vuole essere un’etichetta, ma una dichiarazione d’amore per Napoli e per la cultura popolare. La camorra è una realtà di Napoli così come il crimine è una realtà di tutte le città del mondo con nomi diversi. Il fatto è che i cantanti neo-melodici, per tradizione, vanno a cantare nelle feste di chi si può permettere di pagarli. Spesso, soprattutto in città difficili come Napoli, chi può permetterselo è legato al crimine e questo, nell’immaginario italiano, ha trasformato i cantanti in criminali. Questo è un falso mito, totalmente da sfatare. Sono dei cantanti che cantano nella loro realtà che è fatta anche di quello”.

Giampaolo Morelli: “Un altro motivo per cui volevo fare questo film è per sfatare il luogo comune dei cantanti legati e associati, necessariamente, alla Camorra. Ci sono tanti artisti bravi che vivono della loro arte e ci mettono tutta la passione e il sentimento possibile. Il problema è che può capitare che vadano ad esibirsi a dei matrimoni di persone affiliate con la camorra. A Napoli, fortunatamente, ci sono artisti onesti”.

 

Per quanto riguarda invece il connubio musica trash e genere neomelodico?

Marco Manetti: “E’ vero che ci sono due luoghi comuni sulla musica neo-melodica: l’affiliamento alla camorra e il trash che c’è, ma è una parte. Esiste, soprattutto, una musica napoletana di spessore molto alto con musicisti talentuosi. Spero proprio che il nostro film porti fuori e riveli un Sud che non è legato a nessuna di queste etichette, ma composto da gente che sa fare bella musica”.

Giampaolo Morelli: “Nel genere neomelodico ci sono professionisti seri, talentuosi e qualcuno che sì, è anche un po’ trash, ma comunque non si deve generalizzare”.

 

alberoarteMentre qui lanciano un film di Zalone in 1200 sale, in Scandinavia, UK, Repubbliche Baltiche lanciano azioni di largo impatto in cui centinaia di artisti entrano in migliaia di scuole (Creative partnership, Cultural Rucksack), in altri Paesi tutti i ragazzi imparano a suonare uno strumento (sull’esempio de El Sistema di Abreu che sta cambiando il volto del Venezuela, ma anche in Olanda o Germania).

Marco Magnifico il vice presente del FAI in un seminario ci raccontava: “Volevamo misurare la distanza tra il FAI e il National Trust inglese. Migliorarci, capire. Ero in visita in un magnifico parco pubblico gestito dal NT e mi sono fermato a guardare delle peonie particolari. Lì accanto c’era un giardiniere che faceva il suo lavoro con la zappetta. Ha notato la mia sosta su quel fiore e si è avvicinato. Abbiamo dialogato per cinque minuti e mi ha spiegato quello che sapeva della pianta, ha risposto alle mie domande si è stupito per le varietà che nascono da noi. L’ho salutato e, uscendo, ho detto alla direttrice del posto ‘Un giardiniere è stato gentile a dedicarmi il suo tempo per spiegarmi tutto di un fiore che non conoscevo’. Lei ha risposto: ‘Non è stato gentile, è pagato per farlo. I giardinieri, come i custodi dei musei, sono pagati per dedicare l’80% del loro tempo alle mansioni specialistiche e il 20% per far sentire il visitatore accolto, fidelizzarlo, appassionarlo’. Lì ho capito che in Italia non ce l’avremmo mai fatta”.

In effetti l’abituale immagine fantozziana del custode di un museo scolpito sulla sua seggiolina fa già apparire ipercinetico il casellante autostradale. Di certo la colpa non è sua, ma non è neanche innocente. Come non lo sono i manager e la politica. Oggi poi, con la crisi e le spending review, la domanda “Ha senso investire nella crescita, nella valorizzazione e nella partecipazione culturale?” assume un’urgenza vitale.

Per alcuni è facile dire “No”, e lo fanno osservando i costi e i miseri incassi di Teatri, Musei, Biblioteche, Centri Culturali.

Io la penso al contrario ma sono convinto che occorra lavorare duro per far percepire il valore che hanno l’arte e il patrimonio culturale per la vita e la democrazia altrimenti i fiori di Van Gogh valgono le erbacce di uno spartitraffico e i Caravaggio le pennellate di un imbianchino.

Non bastano qui le spiegazioni romantiche, le pretese ovvietà, né le evidenze intellettuali sempre confutabili da chi ha altri interessi e sensibilità. Servono Indicatori di impatto Culturale che come quelli di Impatto Ambientale o Economico possano quantificare cosa significhi aprire o chiudere un museo, ma anche costruire una ferrovia su un parco o preservare le botteghe storiche di una zona.

Forse non si può misurare la bellezza ma, ad esempio, la solitudine sì, e con essa il suo ‘costo’ per i singoli e la collettività.

Indicatori ragionevoli di Impatto Culturale possono zittire chi ha interessi anticulturali e vuole vendere le spiagge e quello che esse rappresentano per far cassa.

Si può fare: si possono misurare i suicidi, gli alcolisti, le violenze. Posso misurare la partecipazione alla vita della comunità, la penetrazione e l’uso della banda larga, le propensioni xenofobe e omofobe, la diffusione delle droghe e degli strumenti musicali tra gli adolescenti.

E gli antidoti all’isolamento e alla solitudine sono la cultura e il lavoro, entrambe coniugate col rispetto e la passione.

Si può cominciare allora a ragionare su qual è l’impatto concreto dell’aprire un teatro in un quartiere periferico, quanto valga far partecipare gli abitanti della zona alle attività di un Centro Culturale, quale sia l’impatto culturale di un Bingo o di un centro commerciale; e anche il valore di laboratori artistici in una scuola o in un centro anziani. E quanti sollevi l’opera a Caracalla, un concerto dei Negramaro, o l’estasi davanti a un Kiefer, un Rothko, un Bernini.

Si potrebbe meglio programmare il futuro, zittire quelli che “con la cultura non si mangia” e dimostrare come quella generata dalla Cultura sia la vera energia pulita.

 

 

Andrea Pugliese è esperto di programmazione europea e autore del blog Pensieri sProfondi

L’epopea di Banksy a New York è finita. 31 giorni trascorsi nella Grande Mela sono bastati all’anonimo artista di strada per far parlare di sé la stampa internazionale e la gente comune che ne ha seguito l’eroiche gesta da supereroe graffitaro.

Alla fine della sua vicenda americana, quello che resta è la sensazione, spiacevole e rassicurante insieme, che l’arte di strada si conferma un outsider rispetto al senso comune e ai cliché precostituiti. Il rischio corso dallo street artist di Bristol era quello di piegarsi alle leggi di mercato con delle operazioni di marketing plateali, con delle “performance” che poco avessero a che fare con l’arte e con la strada.

E invece no. L’ultimo messaggio di Banksy è stato molto chiaro: un palloncino svolazzante sulla Long Island Expressway che raffigura le lettere bombate della sua firma, e un appello a salvare 5Pointz, un capannone nel Queens le cui pareti sono ricoperte dalle firme creative di straordinari graffitari che rischia di essere demolito per lasciare spazio a un residence di lusso.
Nell’ultima audio guida, posta a commento della sua esibizione del 31 ottobre, Banksy invita a non istituzionalizzare l’arte demandandola a chiese, istituzioni o cartelloni pubblicitari. L’arte vera è quella fatta in strada, libera e anticonformista, l’arte che non serve a decorare ma che semplicemente e con potenza “è”.

 

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New York è una città audace, ma rischia di essere inghiottita anch’essa dal perbenismo e dall’ipocrita buon senso. Banksy aveva già espresso questo parere sulla città che non dorme mai il 27 ottobre, scrivendo un articolo mai pubblicato per il New York Times: il One World Trade Center, il grattacielo in costruzione che sostituisce le Torri Gemelle dopo la tragedia dell’11 settembre 2001, non è che una dichiarazione della “perdita di nervi” di una città che dovrebbe puntare su ben altro per attestare la propria capacità di ricrescita e la propria coraggiosa natura.

 

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E così, anche dopo il bagno di popolarità newyorchese, Banksy si conferma un personaggio scomodo. Le sue opere sono state cancellate e denigrate, la sua identità è stata ricercata con morbosa curiosità, il suo nome e la sua attività sono diventate per un mese le sorvegliate speciali della polizia di New York. Il sindaco Bloomberg ha definito l’arte di Banksy uno dei tanti modi con cui deturpare delle proprietà private. L’artista mascherato ha eluso, però, tutti gli ostacoli che si sono frapposti al suo traguardo e ne è uscito vincitore.

Oltre a dare una bella lezione di stile e humor a critici bigotti e ortodossi, è riuscito anche nell’intento di prendere in giro il mercato dell’arte. Lo ha fatto prima vendendo originali delle sue opere a Central Park, senza che nessuno ne fosse a conoscenza, poi dando in dono al negozio dell’usato per beneficenza, Housing Works, un suo lavoro che è stato messo all’asta online per più di 600 mila dollari. Si tratta di un quadretto pastorale che l’artista aveva acquistato dal negozio stesso a 50 euro, e che aveva rivisitato inserendovi un soldato nazista che siede pensieroso su una panchina. I soldi ricavati dalla vendita andranno a senzatetto e malati di Aids.

 

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A conclusione di questi 31 giorni di creatività, ironia, originalità, arte, mistero e anticonformismo non possiamo che sperare in una nuova serie di irriverenti performance artistiche ad opera di Banksy o di un suo coraggioso imitatore… chissà dove, chissà quando.

ALFREDO JAAR - RENDERINGDal 1° novembre al 14 gennaio Torino torna a risplendere grazie al consolidato appuntamento “Luci d’Artista”: quella del 2013 è infatti la sedicesima edizione di una rassegna che ha regalato alla città della Mole emozioni straordinarie.
Vie, piazze, spazi comuni si trasformano ogni autunno in un magnifico museo a cielo aperto, dove non si potrà fare a meno di passeggiare con il naso all’insù. Le installazioni luminose che costelleranno Torino continuano così a stupire cittadini e visitatori, dimostrando come l’arte può diventare molto più che un semplice elemento di arredo urbano, ma un vero e proprio richiamo.

Stai passeggiando per le strade di New York, la città in cui tutto – ma davvero tutto – accade e può accadere. Ti trovi a Times Square, detta anche l’ombelico del mondo, quando d’un tratto il flash di una macchina fotografica ti cattura. Ti giri di scatto, giusto in tempo per vedere una figura angelica librarsi in volo, in una posa plastica. No, non si tratta di una visione mistica di fantozziana memoria, ma di un set fotografico vero e proprio, quello di Dancers Among Us” di Jordan Matter.

 

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Per tre anni questo fotografo statunitense ha immortalato ballerini, “congelati” in pose meravigliose, non dentro una sala da ballo o una palestra, ma nelle strade, nelle piazze, nei luoghi pubblici, sotto gli occhi ammirati della gente comune. Sono immagini fresche, gioiose, che esprimono la magia della dinamica e del movimento, l’eleganza e la bellezza delle forme del corpo umano. Tutto è cominciato con degli scatti per Jeffrey Smith, un ballerino della Paul Taylor Dance Company al quale Jordan ha confessato il suo progetto di fotografare danzatori in luoghi comuni, di raccontare storie attraverso i loro passi di danza e le loro movenze. Jeffrey è riuscito a coinvolgere altri dieci membri del suo corpo di ballo, i primi protagonisti di quello che è diventato un progetto durato quasi tre anni.

 

Rockefeller_Center_NYC

 

Elemento fondamentale di questo lavoro è lo scenario, all’inizio costituito principalmente dalle strade di New York. Le foto di “Dancers Among Us” sono tutte naturali, e la posa che il fotografo coglie è reale, non è il frutto di modifiche apportate con programmi grafici. Jordan gira per la città alla ricerca della location adatta a far emergere in maniera più potente la natura dell’artista che posa per lui. Al ballerino è richiesta solo molta pazienza. Si tratta di un processo creativo che ha i suoi tempi e che artista e fotografo devono compiere assieme. L’ultimo anno Jordan ha cominciato a girare anche per altre città americane, come Philadelphia, Washington o Santa Monica. Prima di recarvisi, twittava e postava su Facebook la sua prossima destinazione, chiamando a raccolta i ballerini interessati. E le risposte alla sua chiamata sono state numerose, tanto che i soggetti immortalati arrivano a più di 200.

 

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Da questa incredibile esperienza, portata avanti con pazienza e tenacia, è nato un libro, dal titolo omonimo al progetto, “Dancers Among Us”, che ha raccolto gli scatti migliori dei tre anni vissuti dal fotografo accanto ai suoi ballerini. L’ostacolo più difficile per Jordan è stato fare una cernita delle foto create, e dover così escludere alcuni danzatori dal suo progetto.
Il volume pubblicato è divenuto in pochissimo tempo New York Times Bestseller e ha ottenuto l’Oprah Magazine Best Book 2012 e il Barnes & Nobles Best Book 2012. Il segreto del suo successo, a detta di critici e lettori, sta nel suscitare in chiunque guardi quelle immagini un sorriso, un lampo di meraviglia, un pensiero positivo, un sospiro felice. Jordan Matter ha raggiunto il suo scopo, insomma: quello di far rivivere a tutti lo stupore divertito che prova un bambino davanti alle cose semplici e belle, lo stesso stupore che dimostra di avere suo figlio quando, giocando con una macchinina, immagina storie e avventure grandiose

 

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La vicenda di Jordan Matter non finisce qui, però. Dalla prima esperienza con i ballerini è nato il sequel Athletes Among Us, che si concentra stavolta sulla potente fisicità degli sportivi, degli atleti, anche loro immersi in contesti ordinari. D’altra parte neanche “Dancers Among Us” è giunto al suo ultimo capitolo. Anzi, quei tre anni girando per l’America sono stati solo un inizio, e adesso il progetto vuole piroettare verso altri lidi, verso altri continenti, verso nuovi scenari.

 

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Dancers Among Us goes around the USA in Ninety Seconds from Jordan Matter on Vimeo.

halloweenStreghe, pipistrelli, vampiri, zombie, mostri, dolcetti e scherzetti. Halloween è questo ma anche qualcosa di più. In molte città italiane, oltre a party in maschera e serate danzanti, sono previste per il weekend di Ognissanti svariate iniziative culturali, che possono rivelarsi occasioni divertenti e interessanti per vedere con occhi diversi luoghi magari già visitati.
Ce n’è per tutti i gusti, insomma, specialmente per i bambini che per l’occasione hanno modo di divertirsi e giocare, imparando.

Le iniziative previste per l’occasione sono in continuo aumento, quindi tenete d’occhio questa pagina che sicuramente continuerà ad essere aggiornata.

 

 

LOMBARDIA

 

Lainate
Halloween Night alla Villa Borromeo Visconti Litta
Il 31 Ottobre Villa Borromeo Visconti Litta (Lainate, Milano) promuove la “Halloween Night”, un viaggio al chiar di luna tra mito e realtà, per conoscere l’antica villa di delizia sotto una luce diversa, per scoprire in penombra i personaggi e le figure mitologiche che animano il Ninfeo. È gradita la partecipazione in maschera.

Biglietto unico euro 8,00
Prenotazione consigliata

Informazioni:
Ufficio Cultura Comune di Lainate
Tel: 02 93598266
Tel: 02 93598267
cultura@comune.lainate.mi.it

Amici di Villa Litta
Mob: 339 3942466
amicivillalitta@newmarket.it

 

Milano

– INTERNATIONAL ZUCCA TANGO FESTIVAL
La 3a Edizione dell’International Zucca Tango Festival (31 ottobre – 3 novembre) colorerà e animerà a suon di tango le vie milanesi. Dopo il grande successo di pubblico ottenuto lo scorso anno presso lo Spazio MIL, quest’anno si è conquistata una delle location più prestigiose della città, la Fabbrica del Vapore, dove all’interno dello spazio “La Cattedrale” verrà allestita una meravigliosa pista da ballo in legno, con lo scopo di esaltare le capacità dei ballerini che la solcheranno.

Il festival offre un programma ricchissimo: quattro giorni e quattro notti con artisti internazionali, milonghe, lezioni completamente gratuite per chi vuole muovere i primi passi nel mondo del tango, mostre, intrattenimento, arte, cinema, sensualità, ma soprattutto puro divertimento.

Il programma completo della manifestazione, orari, prezzi e docenti sono a disposizione sul sito www.zuccatangofestival.com

 

– Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci

Speciale Halloween
giovedì 31 ottobre – venerdì 1 novembre 2013

È notte! Il momento di esplorare i luoghi più bui e misteriosi del Museo e scoprire quali segreti si nascondono tra le mura dell’antico monastero olivetano.
Tra strane apparizioni e spaventosi esperimenti viviamo insieme la più divertente notte dell’anno.

Informazioni e programma

 

 

Soncino

– Halloween a Soncino

Un borgo medioevale su un piccolo dosso ancora circondato dalle mura e sovrastato da una rocca dalle imponenti torri merlate, il tutto immerso nella magica notte di Halloween: questa la scenografia. Il borgo e le sue leggende: storie di draghi e serpenti, di cunicoli sotterranei e umide prigioni, dove la storia si mescola alla fantasia e agli eventi soprannaturali: questa la trama. Il borgo e i suoi personaggi da esseri diabolici a creature indifese che hanno lasciato il loro lontano ricordo durante la secolare vita di Soncino: questi gli attori. Insomma il posto ideale per passare una serata diversa ad Halloween.

Dopo il successo degli anni scorsi con “Halloween: la notte del mistero”, quest’anno l’Associazione Castrum Soncini in collaborazione con la Cooperativa Il Borgo organizza tre diversi momenti sempre all’interno della Rocca sforzesca di Soncino.

DOMENICA 27 OTTOBRE 2013 dalle 14.30 alle 17.00: visite guidate in un’ambientazione particolare e suggestiva e truccabimbi per i più piccoli all’interno della Rocca.

GIOVEDI’ 31 OTTOBRE 2013 dalle 18,00 alle 24.00: il momento clou dove un itinerario tra gastronomia, mistero, storia, leggende e un pizzico di paura saranno gli ingredienti basilari. Tre sono le proposte offerte:

Cena presso locali tipici a partire dalle 19.30 con menù a tema e specialità soncinese + ingresso all’interno della Rocca sforzesca con esibizioni di magia, giocoleria e animazioni suggestive. Saranno inoltre presenti spettacoli e trucchi per i più piccoli. Il costo complessivo della proposta è di E. 30,00 (E. 20,00 per bambini dai 6 ai 12 anni).
(solo su prenotazione con pagamento anticipato al sito www.castrumsoncini.com).

Degustazioni (panino con salamina o pane e salame) all’interno della Rocca sforzesca + ingresso all’interno della Rocca sforzesca con esibizioni di magia, giocoleria e animazioni suggestive. Saranno inoltre presenti spettacoli e trucchi per i più piccoli. Il costo complessivo della proposta è di E. 10,00 (E. 8,00 per bambini dai 6 ai 12 anni). (Preferibile la prenotazione).

Ingresso partire dalle 18.00 all’interno della Rocca sforzesca con esibizioni di magia, giocoleria e animazioni suggestive. Saranno inoltre presenti spettacoli e trucchi per i più piccoli. Il costo della proposta è di E. 6,00 (E. 4,00 per bambini dai 6 ai 12 anni).

SABATO 2 NOVEMBRE 2013 a partire dalle 18.00: visita guidata sulle leggende del territorio e di Halloween nei sotterranei della Rocca sforzesca con un’ambientazione particolare e suggestiva. Costo E. 2,50 a persona. E’ possibile su prenotazione effettuare una cena con menù dai sapori tradizionali.

Per informazioni e prenotazioni rivolgersi all’associazione Castrum Soncini o Coop. Il Borgo. Tel. 0374 83675 E-mail: ilborgo@libero.it.

 

 

PIEMONTE

 

Castello di Trofarello

– Magica notte di Ognissanti

Apre per la prima volta al pubblico, nella rinata cornice della cintura torinese, il Castello dei Conti Vagnone di Trofarello con un percorso di visite animate notturne all’interno della dimora privata, nel corso delle quali il pubblico, organizzato in turni orari di max. 30 partecipanti, avrà modo di visitare ed attraversare alcune sale dell’edificio ed il piacevole giardino interno.
Durante la serata rivivranno le storie e leggende della famiglia Vagnone, del conte Filippo, del maggiordomo Giacot Ros, ma anche alcune storie del Piemonte e del Torinese.
Il fascino della struttura unitamente alla fioca illuminazione prevista nel corso della serata renderanno il percorso unico ed entusiasmante.

Per informazioni e prenotazioni:
Tel: 0161 433641
Mob: 3297265678
info@bieffepi.com
www.bieffepi.it

 

Cuneo

– Un pomeriggio da brivido al Museo
Anche quest’anno il Museo Civico di Cuneo organizza per il giorno più “spettrale” dell’anno un’iniziativa speciale rivolta ai più piccoli intitolata “Un pomeriggio da brivido al Museo”.
I bambini, di età compresa tra i 4 e i 10 anni, vivranno un’avventura “magica”, tra imprevisti e misteriose presenze, dolcetti e scherzetti.
Per l’occasione l’aula didattica del Museo sarà decorata a tema e si trasformerà in un laboratorio creativo: ogni bambino avrà infatti la possibilità di realizzare, ispirandosi alle collezioni del Museo e alla festa di Halloween, un manufatto da tenere come ricordo dell’esperienza.
L’appuntamento sarà giovedì 31 Ottobre alle ore 15 (primo turno) e alle ore 17 (secondo turno). La giornata di festa si concluderà con una golosa merenda finale. Il costo dell’iniziativa è di 5 € a partecipante (prenotazione  obbligatoria).

Per informazioni e prenotazioni:
Tel: 0171 634175
museo@comune.cuneo.it

 

Torino

– Museo Egizio

Anche quest’anno, gli attesi appuntamenti serali per festeggiare Halloween al Museo Egizio hanno registrato in poche ore il tutto esaurito. Le serate ispirate alla notte più paurosa dell’anno cominciano Mercoledì 30 Ottobre e terminano Sabato 2 Novembre: bambini e ragazzi, in compagnia di amici e genitori potranno varcare Via Accademia delle Scienze con travestimenti macabri e giocosi.
Curiosi personaggi dell’antico Egitto accoglieranno i visitatori per guidarli nelle sale ascoltando l’affascinate racconto della più misteriosa civiltà del passato mentre strane presenze e improvvise sorprese animeranno il percorso.
Per i più paurosi è ancora disponibile il percorso diurno: Giovedì 31 Ottobre, Venerdì 1, Sabato 2 e Domenica 3 Novembre 2013 alle ore 10.30 “Spiriti e fantasmi faraonici”. Durata 60 minuti, costo € 3,50 escluso il biglietto di ingresso. Prenotazione Obbligatoria tel 0114406903 o info@museitorino.it.

–  HAPPY HALLOWEEN – PER TUTTI I BAMBINI
Giovedì 31 Ottobre h. 18:00 da P.zza Castello

Caccia alle Streghe ad Halloween.
Ad Halloween a Torino arrivano le STREGHE e potrai scoprirlo dando loro la caccia. Sarà una divertente e stimolante Caccia alle Streghe nel cuore di una Torino insolita, misteriosa e tutta da scoprire. Se sarai bravo a scovare tante streghe nel cuore della città e se arriverai all’ultima tappa vincerai un gustoso tesoro.
La prenotazione è obbligatoria. L’evento si svolgerà anche in caso di pioggia.

Per papà e mamma: i bambini devono essere accompagnati da un adulto.
Costi:10 euro; 5 euro (3- 5); gratuito (genitori e da 0 a 3 anni)
Abbigliamento: Cammuffamento a piacere. Caldo e con scarpe comode perché sarà tutto in esterno

–  LA NOTTE DEL TERRORE CON CONCORSO FOTOGRAFICO “LA FOTO PIU’ SPAVENTOSA”

SERATA EVENTO dalle h. 21:00 alle h. 23:00 da Piazza Castello

Una passeggiata terrificante in più TAPPE per scovare Streghe, Fantasmi e Vampiri nella notte più spaventosa dell’anno in una Torino da brivido. Una vera serata evento nel cuore della città per vivere forti emozioni con tante sorprese, “apparizioni” e cose mai udite e viste.
Per meglio scovare e dare la caccia ai mostri delle tenebre occorre VENIRE MASCHERATI preparandosi al peggio! Chi lo desidera può cimentarsi nel concorso fotografico scattando la foto più spaventosa. Le migliori immagini verranno pubblicate su Face Book e sul nostro sito.
I bambini devono venire accompagnati da un adulto.

Costo: 15 E; 10 E (6 – 11 anni); gratuito (0 – 5 anni);
Abbigliamento: Camuffamento a piacere. Caldo e con scarpe comode perché sarà tutto in esterno
L’evento si svolgerà anche in caso di pioggia.

Informazioni:
Prenotazione obbligatoria
Tel/Fax: 011 853670
Mob: 3487643915/916
turismo@barburin.com
www.barburin.com
– CASA DEL TEATRO RAGAZZI E GIOVANI – SERENO MONSTER. AGENZIA SPAVENTI

Vampiri, fantasmi, orchi e streghe popolano da sempre l’immaginario dei bambini di tutto il mondo. A volte sono visti con sospetto, a volte con un po’ di paura. Ed è proprio questo variegato serraglio di mostri il protagonista (o meglio la vittima) dello spettacolo!!!
Ebbene si perché alla SerenoMonster  – Agenzia Spaventi (la più importante ed antica agenzia di collocamento per mostri della città), è scoppiata una crisi mai vista!
L’Uomo Nero ha assunto un inspiegabile colorito azzurro e non riesce più a spaventare nessuno! Dracula il vampiro è stato colpito da innumerevoli carie ai denti ed è costretto a portare una dentiera! Gorgonzola (il cugino del più noto Formaggino), il più temibile di tutti i fantasmi, ha scoperto di avere il lenzuolo intaccato dalle tarme… Insomma una situazione veramente critica!
Toccherà ai bambini, insieme con Marco Sereno, metterci una pezza e ridare dignità a questa sgangherata banda di mostri. Uno spettacolo divertente ed entusiasmante, nel quale i bambini verranno invogliati e stimolati ad utilizzare il proprio “pensiero magico” per capire, affrontare e vincere le proprie paure.
Fuori Abbonamento Posto unico € 15
Per tutti

Informazioni:
Casa del Teatro Ragazzi e Giovani
Corso Galileo Ferraris 266 – Torino
Tel: 011 19740280
www.casateatroragazzi.it

 

Vercelli

– Museo Leone – VISITA AL BUIO. Un’esperienza da brivido
Giovedì 31 ottobre, a partire dalle 20.00, in occasione della notte di Halloween, l’appuntamento è con la terza edizione di “Visita al buio. Un’esperienza da brivido al Museo Leone”.

Anche quest’anno, guidati solo da una torcia, quattro gruppi di coraggiosi visitatori potranno scoprire il “lato oscuro” del Museo Leone, ovvero come la notte, nelle sale avvolte dall’oscurità, le collezioni museali, illuminate da una fioca luce, prendano vita raccontando storie diverse e misteriose: l’imperscrutabile maschera funeraria di una mummia proveniente dall’antico Egitto, che va ricercando i suoi resti, una fredda lapide attraverso la quale rivive il tormentato spirito di un cavaliere che non trova pace e un vecchio abito da donna che ci racconterà la storia di due amanti dannati e perseguitati dal destino, saranno il filo conduttore di una serata che, come promette il titolo, metterà i brividi a tutti. Come sempre non mancheranno sorprese e un piccolo omaggio. Tra tante novità, poi, una conferma: la partecipazione dell’Officina Teatrale degli Anacoleti, che come già lo scorso anno offriranno un valore aggiunto alla serata. Il progetto e l’allestimento sono invece a cura dello staff scientifico del Museo, i testi sono frutto della competenza e della fantasia di Riccardo Rossi.

Per poter soddisfare le numerose richieste, “Visita al Buio” si svolgerà in quattro turni di visita a partire dalle ore 20.00 con ultimo turno alle 23.00. Come per le passate edizioni “Visita al Buio” è un evento aperto ai coraggiosi di qualsiasi età e si svolge esclusivamente su prenotazione.

Per venire incontro alle esigenze dei più piccoli, inoltre, nella stessa giornata di giovedì 31 ottobre si terrà “Un’esperienza da brivido al Museo Leone versione junior”, percorso ideato per bambini e ragazzi tra i 6 e i 12 anni. Si comincia alle 16.30 con una merenda “mostruosa” che durerà fino alle 17.00 (attendendo così tutti coloro che usciranno da scuola nel pomeriggio) e proseguirà con un “oscuro percorso” che condurrà i coraggiosi alla scoperta dei misteri del Museo Leone. Anche “Un’esperienza da brivido al Museo Leone versione junior” è un evento che si svolge su prenotazione.

Per prenotazioni e info:
Tel: 0161 253204
Mob: 348 3272584

 

 

VENETO

 

Chioggia

– Chioggia e le streghe

Ogni città spesso racchiude una tradizione popolare ricca di storie, aneddoti, leggende che danno ai luoghi un’aurea magica e misteriosa che riesce ad affascinare adulti e bambini. Allo stesso modo Chioggia possiede le sue leggende e tra le tante ce ne sono alcune che riguardano le streghe e la magia. Il percorso proposto sviluppa tale tematica rendendo la visita coinvolgente, piacevole e unica nel suo genere.

L’itinerario ha inizio alle ore 21.00 dal “Sagraeto” caratterizzato dalla bellissima balaustra in pietra d’ Istria dove è collocata la statua della Madonna del “Refugium Peccatorum” e dalle statue, oggi prive di testa, che adornano il parapetto. Partendo da questo punto verrà raccontata la storia di tradizione popolare “del latte e le mosche” che spiega per quale motivo le statue siano mozzate. Proseguendo l’itinerario e oltrepassando il Ponte della Cuccagna, dopo un breve tratto si giunge nella piccola e caratteristica “Corte Taccheo” denominata anche “Corte delle streghe” dove verrà raccontata la storia “dell’intenta”. Dalla suggestiva corte ci si dirige verso campo Duomo e ai piedi dell’alto campanile della cattedrale verrà narrata la raccapricciante storia del “gatto e la zampa mozzata”. Il percorso prosegue poi fino a calle Ponte Scarpa dove si trova l’omonimo ponte dal quale si scorge il palazzo denominato “della strega”, e si concluderà con il racconto di una quarta leggenda di tradizione che trova tale denominazione dall’attributo dato alla sua antica proprietaria.

Per informazioni e prenotazioni:
Mob: 328 0057599
prenotazioni@prolocochioggia.org
www.prolocochioggia.org

 

Due Carrare

– Castello di San Pelagio – “Spettacoli del mistero
Dal 26 al 31 Ottobre al Castello di San Pelagio di Due Carrare (Padova) vi aspettano gli “Spettacoli del Mistero”, tre appuntamenti da brividi: una visita guidata tra oscuri corridoi e vie segrete, una passeggiata nei giardini e nei labirinti del Castello accompagnati dagli spaventapasseri, e una spaventosa caccia ai misteri nascosti nel parco e nel Museo del Castello, tra passaggi segreti, labirinti incantati, alberi parlanti e strani personaggi.

Informazioni:
Mob: 3391329568
info@spettacolidimistero.it.

 

Dolo

– Festival di Halloween a Dolo

Dopo l’enorme successo dell’ “80-90 Festival in Villa” il nuovo gruppo Quelli che… presenta: “80-90 Festival di Halloween” che si svolgerà mercoledì 31 ottobre nella ex discoteca TAM TAM in centro a Dolo (VE).

La serata avrà inizio alle 20 per chi vorrà cenare in nostra compagnia e fino alle 21.30 ci sarà una novità interessante: intrattenimento quiz/musicale. Successivamente daremo spazio alla migliore musica dance degli anni 80-90 e…. il resto lo scoprirete quella sera J.

 

Rivalta

– Castello di Rivalta. “Ghost Hunting Night”
Giovedì 31 Ottobre presso il Castello di Rivalta (Piacenza) di terrà la “Ghost Hunting Night”, una speciale visita guidata in notturna con una guida specializzata su attività paranormali e sulle leggende che vi condurrà a visitare i luoghi più significativi e carichi di energia mistica del castello, attraverso spettacolari saloni e stretti camminamenti, illuminati dalla tenue luce delle candele.

Orari: ogni ora dalle 21 a mezzanotte

Informazioni:
Mob: 339 2987892
info@castellodirivalta.it

– “Dolcetto o scherzetto” al Castello di Rivalta (Piacenza).
Si rinnova la tradizione del “Dolcetto o scherzetto” assieme al fantasma Giuseppe, che venerdì 1 Novembre andrà, accompagnato dai bambini, a spaventare gli adulti chiedendo caramelle e dolciumi. Un’avventura da brividi attende i bambini nel castello infestato, lungo un percorso irto di ostacoli e tranelli, con personaggi bizzarri, gag divertenti e tanti giochi ed enigmi da risolvere.

PROGRAMMA:
MATTINO: visita storica al castello su prenotazione alle ore 11.30 oppure ore 12.00 (inclusa nel prezzo)
-pranzo (al sacco o presso locali convenzionati)
-pomeriggio (su prenotazione ad orari prestabiliti a partire dalle ore 14.00)  visita con animazione “Dolcetto o scherzetto? Ore 14.00, 15.00, 16.00 oppure 17.00
PREZZI: intero 18.00 ridotto 13.00 (bambini dai 4 ai 12 anni)

Informazioni:
Mob: 3392987892
Fax: 0523/978300
castellodirivalta@gmail.com

 

Salzano

– Festa della Zucca

La Festa della Zucca si caratterizza per la tipicità socio ambientale del nostro territorio, per la sua ampiezza (5000 mq. coperti) ma soprattutto per la molteplicità dell’offerta: mostra dell’artigianato locale e percorsi tra i sapori regionali, il coinvolgimento dei bambini, le scuole e le famiglie nelle iniziative da noi proposte, serate con le migliori orchestre, i concorsi per le migliori zucche (la più pesante, la meno pesante, la più lunga, la migliore composizione, la composizione più numerosa).

Molto importante, infine, la nostra gastronomia con proposte e degustazioni di prodotti di qualità. Tra le nostre specialità segnaliamo tra i primi il “pasticcio” di zucca e radicchio con salsiccia, il risotto di zucca, gli gnocchi di zucca al burro e salvia, le crespelle zucca e noci, e tra i secondi il guancialino brasato con spatzle alla zucca con polenta e “musetto” con zucca “rosta” e polenta. Insomma, un approccio accattivante per un ortaggio di natura povera che in quest’area non ha grande mercato ma che si è imposto per la sua bellezza e semplicità.

Informazioni:
http://www.prolocosalzano.it

 

Venezia

– Festa di Halloween all’Hotel Carlton Grand Canal

Nella notte di Halloween, la più tenebrosa e stregata dell’anno, facciamo festa all’Hotel Carlton on the Grand Canal a Venezia, tra streghe impertinenti, fantasmi strampalati e mostri irriverenti.
Pietanze e dolci prelibati placheranno questa notte di paura. Vi aspettiamo tutti per una macabra e oscura serata!

Informazioni:
http://www.carltongrandcanal.com

 

 

LIGURIA

 

Triora

Ghost Tour Triora
L’appuntamento è per sabato 26 ottobre. Non una festa in maschera, ma se vorrete vestirvi ispirandovi ai temi del Tour e ai suoi “mondi”, sarete i benvenuti!
Il Mondo dei Morti, il Mondo delle Feste, dei Miti e delle Creature del Folklore, il Sabba delle Streghe sono le tre aree in cui è diviso il percorso di Autunnonero Ghost Tour Triora.
A ciascun mondo è stato attribuito un colore: rispettivamente, bianco, rosso e nero. Se vorrete esprimere una vostra (giocosa) appartenenza a uno di questi mondi, vi invitiamo a indossare qualcosa del colore appropriato. Può essere un vestito o anche solo un elemento o un accessorio, ampio spazio alla fantasia. Morti e spiriti vendicativi sceglieranno il bianco, miti, fiabe e creature del folklore il rosso, streghe, stregoni, inquisitori e alchimisti il nero.

Il Ghost Tour Triora è un percorso a piedi accompagnato da guide narranti che raccontano fatti storici tragici e misteriosi, storie di fantasmi, folklore e leggende.
È un itinerario che vuole dare voce ai luoghi più suggestivi del centro storico attraverso le parole dei cantastorie del Tour riconoscibili dall’abito nero e dalla lanterna che portano sempre con sé.
I testi, adattati per la narrazione, sono frutto di lunghe e complesse ricerche basate su fonti storiche e racconti della tradizione popolare scritti e orali. Il tutto con la collaborazione di storici locali, perché anche i racconti e le leggende sono naturalmente legati alla storia.

Poi, per il fine settimana di inizio novembre, da venerdì 1 a domenica 3, saranno aperti i ristorantini di Triora con altrettanti menù a tema, mentre le strade saranno attraversate da grandi e piccini, protagonisti del rituale Dolcetto o scherzetto?

Informazioni:
Mob: 340 2139655
segreteria@autunnonero.com

 

 

EMILIA ROMAGNA

 

Bologna

– La notte delle Streghe all’Halloween Pub

All’Halloween Pub ti renderai conto di fare un tuffo in un classico pub stile inglese: l’arredamento appositamente ricercato lo rende un luogo in cui chiunque si puo’ sentire abbracciato da un’atmosfera colma di fascino, a cavallo tra i ricordi del passato e le sensazioni del presente.
Luci soffuse e un’appena percettibile sottofondo musicale sempre presente favoriscono lo stare in compagnia a fare quattro chiacchiere e la degustazione di quanto offre il menu’.

– Halloween Party in Montagnola

Sabato 27 ottobre, in occasione della Festa di Halloween, all’interno dello Spazio Verde del Parco una grande festa, a cura dell’Associazione P.A.C.E. in English, animerà il pomeriggio all’insegna del divertimento e dell’allegria.

Bambini e genitori sono invitati a partecipare e vestirsi in costume. Durante la festa, che avrà inizio alle ore 16.00 sarà anche possibile truccare il viso in modo divertente e colorato, giocare a costruire oggetti con le proprie mani e decorare gustosi dolcetti, il tutto accompagnato da tanta musica.

I laboratori, aperti a tutti, andranno avanti fino alle ore 18.00, al termine dei quali avrà inizio la divertente parata in maschera con la premiazione delle maschere più belle.

Inoltre, tutti i partecipanti avranno la possibilità sbizzarrirsi con la preparazione di cibi sfiziosi in tema “Halloween” da condividere durante la festa e il miglior piatto, salato o dolce, verrà poi premiato.

Ingresso: 5€ a famiglia per i soci P.A.C.E. in English, 10€ per i non soci.

 

Cervo

– 4 GIORNI DA PAURA HALLOWEEN, MERCATINO, THRILLER D`AUTORE

La 4 giorni inizia la sera del 31 ottobre con la seconda edizione della Festa di Halloween nel Borgo Antico che, per l`occasione, sarà addobbato a tema con zucche, candele e lumini, fumo, streghe e vampiri, scheletri e fantasmi. Ci saranno bancarelle di artigiani ed hobbisti, animazione, musica, figuranti in costume, spettacoli teatrali, esposizioni e ….. il rogo della strega. A partire dal 31 ottobre e fino al 2 novembre una grande novità: il Thriller d`autore a Cervo con l`intervento di famosi giallisti contemporanei (Nadia Morbelli, Davide Mosca, Leonardo Gori, Cristina Rava, Carlo A. Martigli e Ben Pastor) che presenteranno le loro opere all`Oratorio di Santa Caterina.

Informazioni:
Tel: 0183 408094
Tel: 0183 408197

 

Colorno

– “Piccoli Brividi” alla Reggia di Colorno
Un’avventura da Piccoli Brividi per bambini intrepidi, con tanti giochi ed enigmi da risolvere insieme, vi aspetta Domenica 27 Ottobre presso la splendida Reggia di Colorno (Parma), che si animerà con il fantasma di Maria Luigia che in vita abitò e amò questo palazzo, che chiederà l’aiuto dei bambini per scacciare la strega malvagia affrontando prove, tranelli e orribili creature.

Orari: 14:00, 15:00, 16:00, 17:00
Ingresso: euro 5,50 a persona
Età consigliata: dai 4 ai 10 anni

Informazioni:
Tel: 0521 313790
ufficio.turistico@comune.colorno.pr.it

 

Gropparello

– SPECIALE HALLOWEEN al Castello di Gropparello – La Notte delle Streghe

31 ottobre 2013, ore 20:00

Serata in costume con animazione e banchetto. Il costume sarà a cura di ogni singolo partecipante e l’animazione inizierà al Castello e continuerà per tutta la serata
Costo: € 59,00 – ridotto a € 46,00 per bambini fino a 10 anni
il costo comprende: visita animata al castello, banchetto e animazione durante la serata. Non comprende il costume

Informazioni:
Tel: 0523 855814
Fax: 0523 855818
info@castellodigropparello.it

 

Pianoro

– Halloween Show di Happy Bimbi

Venite a giocare a ritmo di horror-musica ! E club cafè allestirà una merenda per tutti i piccini, ma non è finita perché alle ore 19 i ragazzi del “Teatro dei 13” ci faranno uno spettacolo paurosissimo!
Ma non troppo: ci sono anche i piccoli e alle 19.30 tutti a casa! Contributo di ingresso euro 10, pagano solo i bimbi, ma non fate I furbastri: la merenda è la loro! Vi aspettiamo, mostruosamente mascherati.

Informazioni e prenotazioni:
Mob: 333 2407852 (tel e sms)
info@happybimbi.it (nella prenotazione indicate il numero dei bimbi)

 

 

TOSCANA

 

Firenze

– Feste di Halloween a Montelupo Fiorentino

Come ogni anno il Borgo degli Arlecchini organizza una festa di Halloween con animazione e merenda per tutti i bambini in Piazza dell’Unione Europea.

– Halloween con delitto al Ristorante il Bargello

Nella Firenze del 1300 le osterie o “celle”, come si soleva dire allora, erano numerose e alcune di esse, famose per le loro doti culinarie, oltre ad essere ricordate in componimenti letterari e poetici, hanno dato il nome alle antiche strade e luoghi del centro storico ove erano situate. Questo è ciò che è accaduto per il Ristorante il Bargello, i cui ambienti, infatti, sono gli stessi dell’allora famosa “Cella del Buco”, da cui appunto la denominazione Chiasso del Buco della zona che lo ospita. Di mutato oggi, dopo più di seicento anni, vi è solo l’ingresso, oltre, naturalmente, ad una diversa fisionomia architettonica dei locali: ma lo spirito e la sostanza dell’antica tradizione culinaria fiorentina si trovano ancora invariati a distanza di secoli al Ristorante il Bargello, ove si preparano piatti speciali di impronta tipicamente nostrana, raffinati manicaretti, insieme a gustose pietanze per la delizia della sua clientela, secondo quello stile tipicamente fiorentino che Pietro Aretino cantà nei suoi versi: “L’apparecchiar della tavola, l’ornarla di rose, il levar dei bicchieri… …venne da Firenze

In onore di Halloween, il 31 ottobre, una serata imperdibile: una straordinaria cena con delitto! E’ stato commesso un atroce delitto e solo tu puoi aiutarci a scoprire il colpevole. Festeggia Halloween a Firenze con la Cena con Delitto in un atmosfera surreale. Un menu a tema, inquietante e prelibato, delizierà la vostra cena con delitto. Cena con Delitto: diventa investigatore per una sera. Metti alla prova le tue doti investigative, fiuta gli indizi, non lasciarti ingannare dai depistaggi, individua il movente, l’arma del delitto, ricostruisci la scena del crimine e infine arresta il colpevole prima che possa commettere ancora orrendi misfatti…

Durante la cena con delitto, i commensali saranno divisi per tavoli e costituiranno ognuno una squadra investigativa in competizione con tutte le altre per la soluzione del mistero, tra interrogatori ed analisi degli indizi che si svolgeranno tra una portata e l’altra. Come nel famoso film, “Invito a cena con delitto” dove i più famosi detective al mondo sono riuniti tutti insieme contemporaneamente, nelle nostre serate in giallo sarai tu ad essere chiamato a partecipare al gioco e a cercare di svelare il mistero. Alla fine della serata ogni squadra investigativa sarà invitata ad indicare il colpevole, il movente e l’arma del delitto. La squadra che si avvicinerà di più alla soluzione del “caso” sarà la vincitrice.

Informazioni:
http://www.invitoacenacondelitto.com

 

Montevarchi

– Museo e Centro Documentazione – Dolcetto o Scherzetto… Halloween al Cassero 

Immaginate un castello in pietra grigia, al centro di una grande e scenografica piazza, al limitare della “mandorla” che rende unico, per originalità di impianto urbanistico, il borgo di Montevarchi nell’aretino, alla porta del Chianti.
Il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento – Museo e Centro di Documentazione è l’unico spazio museale in Italia che, per vocazione, è dedicato alla scultura.

Nelle suggestive sale del Museo sarà organizzata la festa di Halloween per bambini e adulti. Il Museo sarà allestito a tema, con musica caratteristica: è gradito dress code anche minimo.

h 19.00 • Visita alla collezione permanente del Museo condotta dal Direttore Alfonso Panzetta a seguire Cena a cura del Ristorante Daniele & Riccardo con prodotti del territorio, senza dimenticare la zucca!
Attività ludiche per bambini a cura della Cooperativa Itinera C.E.R.T.A.

Informazioni:
Tel: 055 9108274
info@ilcasseroperlascultura.it 
www.ilcasseroperlascultura.it

 

 

MARCHE

 

Morro D’Alba

– Halloween al Museo Utensilia di Morro D’Alba

Giovedì 31 ottobre 2013, dalle 16 alle 19.30, Halloween al Museo Utensilia di Morro D’Alba per fare festa tutti insieme

Per festeggiare il magico giorno di Halloween il Museo Utensilia di Morro d’Alba propone per il pomeriggio di giovedì, Halloween al Museo, con tanti intricati e simpatici enigmi nascosti tra le misteriose grotte del castello da risolvere insieme scegliendo tra Caccia al Tesoro, Giochi di Halloween, Letture Animate, Laboratori horror-creativity, Truccabimbi Horror e Nutella Party … e come sempre un simpatico gadgeta tutti i partecipanti.

Il costo è di 2 euro a partecipante, gratuito per genitori e accompagnatori, è gradita la prenotazione entro le ore 13 di mercoledì 30 ottobre al Sistema Museale della Provincia di Ancona
Informazioni:
Numero Verde 800.439392

 

 

LAZIO

 

Castelnuovo di Farfa

– HALLOWEEN GOTICH FEST
Castelnuovo di Farfa la notte del 31 Ottobre 2013 torna a riempirsi di luce e magia.
L’antico Borgo, diventa improvvisamente un luogo suggestivo e pauroso. Vie, piazzette, e vicoli neri fanno da cornice alla festa di Halloween più grande del centro Italia. I giovani dell’associazione REC stanno lavorando alle scenografie più suggestive e paurose.
Grande Novità per l’edizione 2013 è “DELIRIUM”, la nuova attrazione di Halloween Gothic Fest, per chi è a caccia di Brividi.
La Horror House verrà aperta al pubblico il giorno 31 Ottobre dalle ore 18:30 alle 23:30.
Uno spaventoso percorso a piedi avvolto dalle tenebre, un viaggio nella paura delirante, evocata da sinistre entità il cui scopo è uno solo: terrorizzare oltre ogni limite sopportabile.

Il pomeriggio è interamente dedicato ai Bambini con animazione, trucchi Sky dancer, Ballon Art e zucchero filato per tutti. A seguire poi l’arrivo della grande Strega! Un corteo che accompagna la vecchia tra suoni di tamburi, balli coreografici e trampolieri.
Il Paese si riempie di profumi,numerosi stand gastronomici vi faranno assaporare prodotti tipici del luogo per una cena itinerante in compagnia di artisti di strada che vi intratterranno per tutta la serata. Il forte suono della sirena annuncia la fuga della Strega! La caccia è aperta!
Grande fiaccolata accompagnata dallo spettacolo itinerante del Teatro Potlach che vi guiderà al grande Anfiteatro dove ci sarà il Ballo della Grande Strega ed il suo Rogo.
Grande spettacolo finale delle Lanterne Volanti.

 

Roma

– Halloween al Circolo degli Artisti di Roma
Per la notte più paurosa dell’anno appuntamento al Circolo degli Artisti di Roma per il Party di Halloween in compagnia di RadioRock. Per il 31 ottobre 2013, un ricco appuntamento con il meglio del rock, delle maschere terrificanti e di tante altre sorprese.

– Explora. Museo dei Bambini. Halloween Circuiti impazziti

Un Halloween carico di tensione! Che mistero si nasconde negli occhi luminosi di un mostro? Quanto terrore scorre su un cavo elettrico? Divertimento, energia e scoperte nella notte di Halloween ad Explora.

LABORATORI a numero chiuso prenotabili al banco informazioni entro i primi 30 minuti dall’inizio della visita:
– Energia in movimento. Creatività, ingegno e fantasia per colorare i mostri con l’energia. 8-12 anni.
– Mostri Luminosi. Inventare circuiti mostruosi per accendere la fantasia. 5-7 anni.
– Il papillon del fantasma. Costruire, giocare e divertirsi con una fantasma goloso. 3-4 anni.

Laboratori continui:
Contatti Matti. Provare e riprovare, accendere e spegnere, azionare e bloccare: una sfida per bambini e genitori. 5-12 anni
Face painting. 3-12 anni

QUANDO:
Giovedì 31 ottobre nei turni delle ore 15.00, 17.00, 19.00, 21.00
Da venerdì 1 a domenica 3 novembre nei turni delle ore 10.00, 12.00, 15.00, 17.00

COME PRENOTARE:
Per partecipare ad Halloween 2013 prenota in anticipo su www.mdbr.it o allo 06 3613776 scegliendo il turno di visita che preferisci.
La prenotazione sarà mantenuta fino a 15 minuti prima dell’inizio del turno, poi decade.
Vuoi evitare la fila in biglietteria? Acquista online i tuoi biglietti e presentali direttamente all’ingresso del padiglione.
I laboratori sono tutti inclusi nel biglietto di ingresso: le attività a numero chiuso sono prenotabili al banco informazioni entro i primi 30 minuti dall’inizio della visita.

 

Viterbo

– Viterbo sotterranea

Dal pomeriggio a notte fonda, nella Viterbo Sotterranea grande festa di Halloween
Seconda edizione di Halloween nella Viterbo Sotterranea, che quest’anno porta magiche novità. Halloween e la sua corte di streghe e folletti, magie e trucchi, è finalmente alle porte e tutto è pronto per accogliere grandi e piccini nei suoi tunnel antichi e permeati di mistero.

Nuovi giochi, nuovo intrattenimento, Halloween 2013 si preannuncia carico di novità e, naturalmente, golosità. Il primo appuntamento con la magica festa è alle ore 15,30 per gli ospiti giovanissimi. Fino alle 19,30  è stato preparato un vivace calendario all’insegna dei giochi e dei racconti delle streghe della Viterbo Sotterranea; senza dimenticare una ghiotta merenda. Si raccomanda a tutti i bambini di far correre la fantasia e presentarsi con le maschere più originali.

La serata e la notte del 31 ottobre sono invece interamente dedicate agli ospiti adulti, sempre attesi in costume, a partire dalle ore 20,00. Tanta festa e musica per un evento incentrato su vino e prelibata gastronomia, come tradizione vuole, alla zucca. L’evento è infatti realizzato in collaborazione con il TrediciGradi Slow Bar. Per tutti partecipanti è prevista una visita guidata esoterica nei tunnel della Viterbo Sotterranea.

Per ulteriori informazioni e prenotazioni contattare:
Tesori d’Etruria
Piazza della Morte, 1 – Viterbo
Tel: 0761 220851
welcome@tesoridietruria.it
www.tesoridietruria.it

 

CAMPANIA

 

Ercolano

– Il Teatro nel Baule in: IL PAESE MEZZANOTTE presso La Fabbrica del Divertimento

Nella notte di Halloween La Fabbrica del Divertimento ospiterà gli attori de Il Teatro nel Baule che ci porteranno alla scoperta di culture lontane, di incredibili avventure e strane magie:

Nel paese Mezzanotte le lancette dell’orologio guardano sempre in alto, forse per non assistere alle mostruosità che avvengono in questi strani luoghi. Una strega che cerca in tutti modi di mangiare due bambini; un mostro che aspetta qualche appetitoso essere umano da mangiare, ma nell’attesa soffre di solitudine nel buio della sua caverna. Storie divertenti per superare paure immaginarie; vicende un po’ pazze popolate da bambini che non hanno paura di niente, adulti che hanno paura di tutto, mostri e streghe che non riescono a comportarsi come veri mostri e vere streghe.

DATA E ORARIO: GIOVEDI’ 31 OTTOBRE 2013 alle ore 19.00 (durata un’ora). Appuntamento alle ore 18.45 per le procedure di registrazione.

COSTI: € 8 a persona (sia adulti che bambini). Per i bambini iscritti ai percorsi annuali della Fabbrica € 6.

PRENOTAZIONE: l’iniziativa, per la sua specificità, è a numero chiuso e necessita pertanto di prenotazione
impegnativa (compatibilmente con i posti rimasti disponibili).

DOVE SIAMO: Via Madonnelle 29, Ercolano (Na) all’uscita del nuovo casello autostradale di Ercolano/Portici.

Informazioni:
Tel: 081 19573973
Mob: 338 1131661
info@lafabbricadeldivertimento.it
www.lafabbricadeldivertimento.it

 

Napoli

– “Napoli: un fantasma in ogni vicolo – Halloween edition”.
In occasione della festa di halloween, evento sempre più apprezzato in Italia, l’associazione culturale Insolitaguida ha pensato bene di proporre un percorso riveduto e corretto per la famosa notte delle streghe: “Napoli: un fantasma in ogni vicolo – Halloween edition”.

Partenze tour nei giorni 31 Ottobre – 1-2-3 Novembre 2013
Orari tour 17:00 – 18:00 – 19:00 – 20:00

Non dimentichiamo che la festa di halloween, ora tipicamente statunitense e canadese, affonda le sue radici nel vecchio continente; ed è proprio qui da noi che succede l’insospettabile: in questo giorni tutte le leggi dello spazio e del tempo sono halloween-bats come sospese e il velo che divide il mondo dei vivi dal mondo dei morti si fa più sottile, permettendo alle anime di mostrarsi, di comunicare con i viventi e di divertirsi alle loro spalle, facendo scherzi ed impaurendoli con le loro apparizioni.

Leggende da una Napoli inedita
, lontana dalla sua solare bellezza e vicina al suo lato più oscuro e misterioso si mescoleranno a leggende celtiche, ambientate nella notte di Halloween. Storie di uomini e di donne, in cui l’immaginifico si mescola sapientemente ai documenti storici, storie che raccontano di sentimenti non corrisposti, di amori clandestini, di amanti consumati dal desiderio ed uccisi per onore o per cieca gelosia, di uomini morti ammazzati per vendetta.
A guidare il gruppo sarà la tenue luce di una lanterna, che, secondo la tradizione, permette di meglio cogliere i rapidi movimenti di tutte le figure misteriose che popolano il centro storico di Napoli. Nel corso dell’itinerario non mancheranno i colpi di scena… tour dei fantasmi a Napoli per Halloween.

Un tour suggestivo: quando il sole scende verso il tramonto e le ombre di allungano, i luoghi cambiano la loro fisionomia, si trasformano. Esattamente ciò succede in Piazza Luigi Miraglia, nei pressi della cappella Pontano, una nota famiglia di necrofori. L’affascinante percorso in una Napoli sconosciuta, che prosegue poi per via dei Tribunali, passando per la chiesa delle anime al Purgatorio dove – si narra – che le fanciulle in età da marito pregassero la principessa Lucia affinché potessero ricevere la grazia di convolare presto a nozze.
Si prosegue verso via Nilo dove ad aspettare l’ospite c’è il palazzo della Testa d’Elefante e la vicina Piazzetta Nilo, dove si potrebbe percepire la presenza impalpabile delle monache offese perché brutalmente sfrattate dal loro amato convento.

A Piazza San Domenico Maggiore,
mentre le ombre del tramonto diventano buio della notte, è facile sentire il cigolio della una carrozza del principe di San Severo ed intravedere – perché no – le sagome incappucciate di Maria d’Avalos e del suo amante Fabrizio Carafa, che si recano al loro ennesimo appuntamento amoroso e segreto.
Si ricorda che per prendere parte (per la cifra di 6 € a persona, previsti sconti per cral e studenti ed over 65) al tour occorre prenotarsi ed è possibile farlo telefonicamente al 338 965 22 88 oppure cliccando quì.

Inoltre per chi vuole proseguire la serata con l’atmosfera di Halloween Insolitaguida organizza Halloween Napoletano, una cena spettacolo prevista per i giorni 31 ottobre, 1 e 2 ottobre al Teatro Cabaret Portalba ( piazza Dante, Napoli) : un modo di festeggiare Halloween alla “napoletana”. Vai alla pagina dell’evento. Tra l’altro è previsto uno sconto speciale per chi prende parte ad entrambe le iniziative. Più che di una classica cena spettacolo si tratta di una serata molto particolare e originale: come per magia gli spettatori si ritroveranno a vivere leggende e aneddoti legate alla festa d’oltralpe trasportati però nella realtà napoletana, come ad esempio la storia di Jack the Lantern diventa “Jack ‘o lantern”  (detto alla napoletana) che incontra il Diavolo a piazza Dante piuttosto che a Dublino! Alla serata ovviamente saranno presenti anche personaggi dell’immaginario collettivo napoletano come ad esempio ‘o Munaciello, la bella Mbriana, la Ianara che si cimenteranno in racconti nella loro lingua madre. Sarà un susseguirsi di interventi e sorprese che avranno come filo conduttore la festa Halloween; un alternarsi di racconti, sia in lingua che in dialetto, monologhi e scene teatrali accompagnati da suoni, colori e sapori, per uno spettacolo tutto da scoprire!

Contributo di partecipazione cena spettacolo € 25. Prenotazione obbligatoria al 338 965 22 88.

 

 Avellino

– Halloween al museo – Ex Carcere Borbonico

Dopo la bellissima esperienza dell’anno scorso, ora siete convinti che si possa festeggiare Halloween anche in un museo? Riviviamo questa particolare festa per divertirci (ma senza paura!) di nuovo insieme, in una giornata da “brivido” al Museo Irpino, presso il Complesso Monumentale dell’ex Carcere Borbonico di Avellino.

Vi aspettiamo con giochi e laboratori giovedì 31 ottobre 2013, la mattina dalle ore 10.00 alle 12.00 o il pomeriggio dalle 15.15 alle 17.00.
Ai laboratori potranno partecipare bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni. I gruppi potranno essere massimo di 20 bambini. Obbligatoria la prenotazione.

Per info e prenotazioni:
Tel: 0825 790733
museoirpino@mediateur.it
www.facebook.com/museoirpino

 

 

PUGLIA

 

Grotte di Castellana

– Hell in the Cave ad Halloween Cena con i dannati dell’Inferno

Dopo il positivo riscontro dello scorso anno, intanto, torna anche nel 2013 l’Hell experience di in occasione di Halloween. Il 31 ottobre, infatti, alle Grotte di Castellana si potrà trascorrere una intera notte all’insegna dell’enogastronomia, della cultura, dello spettacolo e del divertimento: tutto compreso.

Ricchissimo il programma della sera: si comincia alle ore 20,30 con la cena presso il Park Hotel La Grave. Due i menù a disposizione, ispirati entrambi alla Divina Commedia: “Lucifero” (tortino di persico con carciofi, scamorza fumè su letto di pomodorino piccante, lunette verdi con brasato di vitello e caponata di melanzane alla “Lucifero”, arrosto di vitello al forno con funghetti e olive alla “Nerone”, schiacciatina di patate alla paprika e mousse di cioccolato e peperoncino su crema di fragola) e “Beatrice” (veli di tacchinella al miele, mela verde e rucola, cristalli di riso allo zafferano con gamberi rosa, chiocciola di branzino gratinato con panola al basilico e tiramisù al limone su letto di crema all’inglese).

Alle ore 22 si accede all’interno della Grave delle Grotte di Castellana per assistere a Hell in the Cave, l’unico spettacolo aereo sotterraneo del mondo. A seguire, al termine dello spettacolo, party night Eyes Wide Shut presso Taverna degli Amici con musica live e divertimento.

Informazioni:
http://www.hellinthecave.com

 

Molfetta

– Halloween è qui a Miragica

Dal 8 al 31 ottobre, in occasione dei festeggiamenti per Halloween 2013, il parco divertimenti Miragica si trasformerà in un luogo di mistero e verrà invaso da zucche, streghe e vampiri. Per tutto il periodo verranno organizzati anche momenti di animazione dal vivo e spettacoli a tema come la “Danza dei Vampiri” e lo show di magia. Miragica sarà aperto dalle 10.00 alle 18.30, ad esclusione della notte del 31 Ottobre quando si svolgerà la Grande Festa di Halloween, con spettacolo pirotecnico e notte bianca, e la chiusura sarà posticipata alle ore 4.00.

Ogni Sabato, a partire dal 8 ottobre, coloro che si presenteranno alle casse di Miragica vestiti completamente da strega, da mummia o da vampiro avranno diritto allo sconto sulla tariffa d’ingresso, promozione non cumulabile con altre in atto.

Informazioni:
www.miragica.com

 

Ruvo di Puglia

– Giorni da brivido nel Parco Naturale Selva Reale

Domenica 28 ottobre e Giovedì 1° novembre Il Magico Bosco di Selva Reale invita i più piccoli a vivere atmosfere da urlo.

Quando si parla di Halloween la fantasia corre verso mondi inesplorati. Nel Magico Bosco di Selva Reale tutto diventa però a misura di bambino, e anche l’evento più pauroso dell’anno si trasforma in un’incredibile avventura magica.

Nel Parco Naturale Selva Reale il divertimento inizierà domenica 28 ottobre, dalle 11 alle 13, con lo spettacolo di burattini a cura dell’Associazione Culturale A Sud di Macondo. In scena, nel teatrino situato nel cuore del bosco, le peripezie del povero Giovannino senza paura, che si spaventò della sua stessa ombra. A seguire tanti giochi per trascorrere alcune ore di puro divertimento in un clima sano e familiare.

Giovedì mattina 1° novembre, dopo la notte più paurosa dell’anno, il bosco si trasformerà in un luogo misterioso abitato da streghe, folletti dispettosi e strani personaggi che animeranno la mostruosa Festa delle streghe. Tutti i bambini dovranno essere in maschera.

Le iniziative fanno parte della rassegna intitolata Il Magico Bosco, organizzata dal Parco Naturale Selva Reale e patrocinata dal Parco Nazionale dell’Alta Murgia – che a grande richiesta prosegue per il secondo anno consecutivo – per sensibilizzare grandi e piccoli alla tutela del territorio, collaborare allo sviluppo di un futuro sostenibile a misura di bambino e regalare momenti indimenticabili in un luogo in cui l’immaginazione è l’unica realtà possibile.

Le attività avranno inizio alle ore 11 e termineranno alle 13.
La prenotazione è obbligatoria: 080 8971011 – 346 6070190 o scrivendo a info@selvareale.it

In caso di cattivo tempo, gli eventi verranno svolti al chiuso. Per coloro che restano a pranzo, l’Agriturismo Selva Reale e Ristorante Il Corbezzolo offrono menù a base di prodotti tipici del territorio. Si informa che sono previsti menù per celiaci.

Età minima: 2 anni

Costi: 7 euro i bambini; 5 euro gli adulti

Luogo: Parco Naturale Selva Reale – S.p. 238 Corato/Gravina al Km 25, 400 in Agro Ruvo di Puglia

Informazioni:
Tel: 080 8971011
Mob: 346 6070190
info@selvareale.it
www.selvareale.it

Venezia, i suoi canali, la magia delle strade strette e tortuose che si aprono su spazi vasti e maestosi, sul mare, su monumenti incredibili come la Basilica di San Marco. Bastano pochi elementi, fondamentali però, a rendere una città unica.
Se, poi, quegli stessi luoghi speciali sono celebrati da una mostra esclusiva il tutto diventa ancora più magico e accattivante.

E’ il caso di “Gero qua Canaletto”, la mostra che avrà luogo a Venezia dal 10 novembre al 27 dicembre. Non è un’esposizione come tutte le altre però. Tre componenti contribuiscono a caratterizzarla come unica nel suo genere.

geroqua

 

1) L’opera: l’esposizione è focalizzata su una particolare veduta del Canaletto, “L’entrata nel Canal Grande dalla Basilica della Salute”. Si tratta di un olio su tela dalle dimensioni importanti, 72 x 112,5 cm, che ritrae uno scorcio particolare della città lagunare: inizialmente l’occhio incontra le architetture del Tempio del Longhena, poi si sofferma sui Magazzini del Sale e la Punta della Dogana, il Gran Canal, il Palazzo Ducale e la Riva degli Schiavoni. Il tutto inframmezzato dalle scene di vita quotidiana che riempiono la veduta arricchendola di dettagli: le gondole del Bacino di San Marco, le barche, i passanti di cui si riescono a percepire persino le fatture dei vestiti. Si tratta di un’opera poco esposta, concessa in prestito dalla collezione Terruzzi della quale esistono altri due esemplari: uno fa parte della collezione privata della regina d’Inghilterra, l’altra si può ammirare al Louvre.

 

FOTO-QUADRO-CANALETTO

 

2) La location: la mostra è ospitata nella Abbazia di San Gregorio, un edificio insolito e complesso che è stato a lungo dimora dei monaci benedettini, ma che ha anche ospitato la Raffineria Pubblica dell’Oro della zecca veneziana, ed è stata intaccata durante le peripezie della guerra. È stata poi la famiglia Buziol ad acquistarla e restaurarla, ripristinandone l’antico fascino.
“Gero qua” significa “ero qui” in dialetto veneziano e pare, infatti, che sia proprio qui che Canaletto abbia realizzato la sua monumentale veduta, abbia studiato proporzioni e prospettive. Il visitatore può mettersi nei panni dell’artista e fare un confronto diretto opera-realtà da un punto di vista unico. Il resto della location è arricchito da altri elementi multimediali, che rendono la visita un’esperienza multisensoriale ed emozionale. Un film d’autore, realizzato dal regista e sceneggiatore Francesco Patierno, introduce la visita e il percorso spazio-temporale offerto dall’esposizione.

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Amanti dei libri e della lettura, segnate questa data sul calendario perché non potete perdervela!
Il 17 ottobre è il Social Book Day, iniziativa lanciata da Libreriamo, che vuole coinvolgere tutti gli appassionati attraverso ogni canale social disponibile.
Crescono infatti forum, gruppi di discussione, fan page, profili, blog e quant’altro dedicati a libri e lettura: la rete si sta dunque rivelando un catalizzatore per lo scambio di testi e consigli, suggerimenti e lancio di iniziative che ruotano attorno al tema.

socialbookday
Giovedì prossimo siamo perciò tutti invitati a esprimere la nostra personale dichiarazione d’amore verso la cultura utilizzando tutti gli strumenti virali di cui disponiamo.
“Basta twittare o pubblicare su Facebook e su tutte le altre piattaforme una frase personale, un pensiero, una citazione del proprio autore preferito, un claim a sostegno della lettura e dei libri e in cui sia sempre presente l’hashtag #socialbookday”: queste le semplici istruzioni lanciate da Libreriamo per partecipare a questo primo Social Book Day. Le testimonianze più significative verranno poi raccolte per redigere un vero e proprio manifesto che verrà diffuso con ogni mezzo, anche attraverso l’aiuto della carta stampata.

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C’è chi poi ha deciso di promuovere la lettura alla vecchia maniera, affidandosi alla più tradizionale biblioteca; “tradizionale” si fa per dire, ma pur sempre social. Si tratta infatti di spazi adibiti a raccogliere libri, cd e dvd da mettere a disposizione della comunità… condominiale.

Accade ad esempio a Roma, nel cuore di Trastevere, in Via Giovanni da Castelbognese 30, alla Scala C. I condomini si sono uniti per tramutare la stanza utilizzata per le assemblee in un vero e proprio luogo di incontro e aggregazione: le pareti sono infatti coperte di scaffali colmi di libri, fumetti, riviste, cd e tutto ciò che fa cultura. A gestire questo spazio idilliaco, chiamato la Biblioteca Al Cortile, due signore volontarie e il portiere, che garantiscono la fruizione del materiale due giorni a settimana per due ore.

Anche a Milano c’è un condominio in Via Rembrandt 12 che, nei suoi spazi al pian terreno, ospita la sua biblioteca. Libri donati dagli abitanti del palazzo anni ’50 sono stati resi disponibili alla comunità insieme a volumi salvati dal macero, i primi entrati a far parte della collezione.
Il prestito è anche qui gratuito e può avvenire per un tempo massimo di un mese. Non manca una sezione dedicata appositamente ai più piccoli e possono consultare i testi condomini e non.

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Miracoli dei libri che, oltre a rappresentare un grande patrimonio culturale, rappresentano evidentemente veri e propri strumenti di condivisione e comunicazione, oggetti di riflessione e discussione, motivi di incontro tra utenti virtuali e vicini reali.
Laddove nemmeno la modernità del 2.0 riesce a far conoscere dirimpettai di appartamento, la passione e la curiosità che un testo può generare è capace di abbattere ogni barriera che i tempi moderni hanno imposto.

 

“Tutte le opere realizzate all’interno, in studio, non saranno mai tanto belle quanto quelle realizzate all’esterno”. Con questa frase di Paul Cézanne si presenta il progetto Better Out Than In dell’ormai celeberrimo Banksy. Questo misterioso street artist di cui non si conosce l’identità sta invadendo per un mese la città di New York, trasformandola ogni giorno in una sorta di parco giochi artistico, di scatola delle sorprese, di scenario per una caccia al tesoro gigantesca alla scoperta della sua ultima trovata geniale.

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Inutile speculare sulla sua identità. Banksy potrebbe essere un uomo, una donna, un gruppo di artisti, un clochard, un ricco sfondato, un comune borghese, un’entità mistica e ineffabile. Di sicuro è l’eroe mascherato dell’arte contemporanea che prende in giro i potenti e il sistema comune, punisce i prepotenti, difende i deboli e gli emarginati, ruba ai ricchi per dare ai poveri. Il segno che lascia a firma inconfondibile del suo passaggio non è un taglio a forma di Z, né un paio di ali da pipistrello. Ma un’immagine, in genere uno stencil bicromo dal soggetto caustico, sovversivo, ironico, assolutamente accattivante. C’è il ragazzo che lancia fiori come fossero fumogeni, Topolino che cammina a braccetto con l’omino della Mac Donald e un bambino smagrito del Terzo Mondo, un ratto impegnato nelle attività più svariate. Sono queste alcune delle sue creazioni più famose e apprezzate.

 

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A New York, però, Banksy si sta davvero sbizzarrendo. Non solo stencil, ma anche performance, strane installazioni, apparizioni originali, corredate da altrettanto strambe audio guide, reperibili sul sito ufficiale il giorno dopo, o attraverso codici per gli smartphone incisi sui muri accanto. E così è comparso un camion pieno di animali di pezza urlanti, che si aggira per le strade dove hanno sede i mattatoi della città, come forma di protesta contro l’industria della carne.

 

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C’è un palloncino a forma di cuore, ricoperto da cerotti che, come spiega una voce deformata dall’elio, è la rappresentazione dell’animo umano che lotta tra ferite e raffiche di vento. Non mancano, poi, le scritte dal profondo substrato filosofico, ad esempio: “Ho una teoria secondo cui puoi far sembrare profonda qualsiasi frase semplicemente scrivendo il nome di un filosofo morto alla fine. Platone”. È stato avvistato anche un camion che dall’esterno sembra stia per esalare l’ultimo rombo soffocato di motore, ma che all’interno nasconde un giardino mobile da sogno.

 

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Una delle sue ultime invenzioni, però, quella che risale a sabato 12 ottobre, è stata davvero madornale. Un giorno come un altro, in quel di Central Park, un signore attempato, dall’aria comune e banale, si è messo a vendere stampe delle opere di Banksy a 60 dollari, contrattabili. Il suo incasso della giornata è stato di circa 420 dollari. Solo tre persone hanno acquistato: un giovane uomo che ha comprato 4 pezzi per arredare casa a 240 dollari, una donna neozelandese che ne ha voluti due, e una signora che ha optato per due quadretti di piccole dimensioni per i figli, alla metà del prezzo di vendita. Fin qui nulla da stupirsi, niente di strano o scioccante. Se non che, ieri, sul sito ufficiale del progetto newyorchese, Banksy ha dichiarato che le opere vendute erano originali, con tanto di firma e autentica. Tre milionari, quindi, contro le centinaia di persone che sono passate ieri davanti alla innocua bancarella allestita per 4 ore. State fermi sulle sedie, però, niente precipitosi acquisti di voli per New York nella speranza di diventare milionari al prezzo di 60 dollari (più spese). Banksy ha precisato, anche, che la fortunata svendita è stata solo per un giorno e non si ripeterà più… Forse.

 

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Grosseto CECIntervista a Maurizio Cont e Gianmarco Serra, responsabili del progetto di candidatura di Grosseto e La Maremma a Capitale europea della Cultura 2019.

 

 

Qual è l’identità del territorio dalla quale scaturiscono le strategie e il progetto del 2019?
L’Europa entra nelle case. Si vuole creare qui un presidio, un distretto, una diffusa e capillare sensibilità culturale dove il Paesaggio capitale è la prospettiva del mondo contemporaneo. Riscattarsi dalla prospettiva della narrazione retorica e delle maschere e assumersi la responsabilità di affrontare seriamente l’amletico problema. Il progetto di Candidatura della Maremma a Capitale Fluttuante Europea 2019 della Cultura, della Natura e dell’Amore nasce da ideali anti-identitari (cioè antitetici a qualunque referenza identitaria: identità nazionale, locale, etnica, religiosa, linguistica, culturale, politica, sessuale, territoriale, ecc., e da qualunque punto di vista: psicologico, antropologico, storico, sociologico, filosofico, sessuologico, ecc.) e fonda ogni sua prospettiva sul cosmopolitismo. Non si ragiona di identità ma di responsabilità. Le radici sono quelle planetarie, l’appartenenza è al cosmo.

Nell’ottobre 2012 c’è stata l’Annunciazione e l’apertura di un dibattito sui Paesaggi anticipati (laddove il Paesaggio è la dimensione della dignità dell’essere e l’anticipazione l’opposto del ritardo, della passività) e sull’agire senza referente (al sindaco, alla mamma, allo sponsor, al pubblico questa cosa non piace…) per restituire il senso dell’azione alla sola meccanica della necessità e dell’assoluto.

La strategia prevede l’abbandono della malattia burocratica e autoritaria (laddove lo stesso bando europeo parla di autorità), sforzandosi di essere quanto più possibile indipendenti in ogni scelta. Con la candidatura si segna nuovamente e finalmente una linea netta di separazione tra cultura ed economia (e dunque turismo): cultura ed economia hanno finalità e funzioni diverse nella vita personale e sociale, sono cose separate che vanno tenute separate. Così come lo spettacolo della cultura e la cultura dello spettacolo: nella candidatura ci si sottrae al taglio del nastro e all’enfasi dei lustrini. Il pubblico non esiste.

Ciascuno spazio – cioè qualunque casa o luogo – può decidere di essere colpita da un meteorite (simbolo delle azioni del 2014) e divenire con ciò dimora della cultura, luogo che ospita una rivoluzione (40mila posti letto vuoti d’inverno in tutta la Maremma). La candidatura prevede solo ruoli attivi per chi partecipa. Non si riconosce il linguaggio delle minoranze o delle maggioranze: ogni azione è per tutti e per nessuno. Tutte le discipline e ogni tema sono ammessi purché chi agisce, intenda superarsi, rivoluzionare per primo se stesso.

Hanno aderito alla candidatura 216 imprese locali.

 

 

Quali sono gli asset che la città immette in questo programma?
Il Tenente Colombo ha ben presente che l’assassino farà di tutto per sfuggirgli e sa che ha circa un’ora per incastrarlo e dunque in un tempo limitato e con le risorse a disposizione sfrutta tutto il proprio talento e ogni più piccola energia. L’intelligenza va coltivata: ciascuno è responsabile della propria.

 

 

Quali sono le mancanze cui dovrete invece sopperire?
Non ci sono precedenti. Tutto è nelle mani di chi aderisce. Le possibilità di successo sono una su centomila.

 

 

I flussi economici delle città d’arte riguardano solitamente pochi addetti ai lavori. Il programma relativo alla candidatura intende coinvolgere uno spettro più ampio di operatori economici?
Grosseto non è una città d’arte e questa non è una candidatura sulla storia passata: in gioco c’è il presente, quello che si vuole fare di se stessi; riconoscere un merito culturale alle pietre o alle opere d’arte realizzate nel passato è assurdo: la Capitale Europea della Cultura deve esserlo per la cultura, le visioni che produce sul presente e la sua capacità di illuminare l’intera Europa con la sua forza rivoluzionaria: i paesaggi anticipati sono questo. Tutti sono coinvolti perché tutti possono diventare attivi dal punto di vista culturale, finanziando e ospitando in casa loro lo studioso, l’artista, lo scienziato che più pensano possa aiutarli a crescere e superarsi.

 

 

Cosa rimarrà alla città dopo il titolo di Capitale europea della Cultura?
Gli effetti sulle persone che vivono in Maremma sarebbero gli stessi di quelli di un miracolato.

 

 

Leggi le interviste alle altre candidate a Capitale europea della Cultura 2019.

pisa_is_culture_cartIntervista a Dario Danti, assessore alla cultura del Comune di Pisa 

 

Qual è l’identità del territorio dalla quale scaturiscono le strategie e il progetto del 2019?
Abbiamo candidato Pisa come sbocco naturale dei progetti e del processo culturale in atto nella nostra città. Il tema è quello della “navigazione” intesa tra tradizione, poiché si tratta di una città nata sul fiume, sull’acqua, quale Repubblica marinara, e innovazione, come navigazione nel grande mondo delle reti informatiche e di relazioni, con il porto, l’aeroporto, il fiume e il nostro mare. Il tema è anche il contesto nel quale andiamo a collocare la nostra città.

 

 

Quali sono gli asset che la città immette in questo programma?
Abbiamo scelto il progetto della navigazione tra tradizione e innovazione come un percorso, con l’idea di un permanente divenire. Il valore del programma risiede nella volontà di confrontarsi, nel viaggiare nel tempo, tra passato e futuro, ma anche nel muoversi tra diversi settori e professionalità, senza ragionare però a compartimenti stagni. Abbiamo scelto tre filoni: la “cultura”, intesa come l’insieme delle tradizioni, dei costumi, come qualcosa di caratterizzante di una società e di un patrimonio da trasmettere; ci sono poi i “saperi”, motore di molteplici forme artistiche, ma anche come luogo di incontro e confronto di idee ed esperienze, senza costruire una netta demarcazione tra ciò che alto e ciò che è basso; infine l’”innovazione”, come processo di ricerca, continuo rinnovamento, che riguarda anche gli strumenti della comunicazione. Questi tre elementi sono attraversati da un asse trasversale che è quello generazionale, che vuol dire il coinvolgimento di una molteplicità di generazioni, da quelle più giovani a quelle più anziane.

 

 

Quali sono le mancanze cui dovrete invece sopperire?
Sicuramente abbiamo necessità di vincere due sfide.
Innanzitutto dobbiamo arricchire la percezione della città, affiancando la notorietà della Torre, con la scienza, l’innovazione, la formazione, il cinema e la musica che ci caratterizzano. Abbiamo bisogno di uscire dalla vulgata che Pisa è uguale alla Torre pendente: è quello, ma ha anche moltissimo altro da offrire.
Dobbiamo poi accelerare la vocazione a laboratorio di sperimentazione: vogliamo sviluppare in modo integrato e sostenibile la nostra capacità di essere città che coniuga cultura ed innovazione. Da tale punto di vista abbiamo individuato molteplici obiettivi in tal senso.

 

 

I flussi economici delle città d’arte riguardano solitamente pochi addetti ai lavori. Il programma relativo alla candidatura intende coinvolgere uno spettro più ampio di operatori economici?
Certamente. Pensiamo che si debbano valorizzare tutte le categorie economiche da questo punto di vista. Stiamo coinvolgendo istituzioni, fondazioni, i nostri soggetti parte della candidatura, ma anche le diverse categorie economiche per programmare insieme uno sviluppo della città, anche ad esempio sul piano turistico, affinché cresca il turismo di qualità, culturale e che non sia solo mordi e fuggi.

 

 

Cosa rimarrà alla città dopo il titolo di Capitale europea della Cultura?
La cosa importante che abbiamo messo al centro sono anche i progetti in corso. L’idea prevalente è che comunque vada sarà un successo, per le sinergie e le contaminazioni che abbiamo messo in campo rispetto ai soggetti istituzionali, alle fondazioni, ai comuni della provincia di Pisa, agli enti culturali, alle associazioni culturali e alle categorie economiche, da un lato, e poi perché abbiamo dei progetti in campo, molto importanti, che comunque realizzeremo in questi anni, anche prima del 2019.
Tra questi l’apertura del Museo delle antiche navi pisane e romane, un centro di formazione per il restauro del legno bagnato, la fabbrica del complesso monumentale del Duomo e del campo Santo, che attraverso l’applicazione di nuove tecnologie per la ricostruzioni virtuale creerà un percorso visivo che descriva le tappe evolutive della Piazza di Miracoli, servendosi di applicazioni 3D per un museo immersivo. Abbiamo previsto la fondazione di una cittadella Galileiana, un grande science center con una ludoteca scientifica ed un museo. Ci sono inoltre tutta una serie di progetti sui beni culturali, come il recupero di tutte le mura medievali, il completamento degli arsenali repubblicani, già finanziati dall’Europa con 20 milioni di euro.
Abbiamo l’intenzione di fondare una vera e proprio Casa del cinema e di alta formazione per le produzioni e per la professione cinematografica.
Pisa è protagonista di tutto ciò e molto altro ancora, progetti che la accompagneranno nel percorso di candidatura, rendendola una sfida contendibile. Tutto questo è già in corso, con impegni di spesa ottenuti dall’Europa, che vedranno una realizzazione concreta sia nel caso in cui proseguiremo per il titolo di Capitale europea della cultura, sia che non supereremo la fase istruttoria.

 

 

Leggi le interviste alle altre candidate a Capitale europea della Cultura 2019

 

tourparis13Sulla riva sinistra della Senna, tra la Bibliothèque Nationale de France e la Cité de la Mode et du Design, in uno dei quartieri più dinamici di Parigi, sta per essere inaugurato un grandioso museo temporaneo di street art, frutto del lavoro di cento artisti provenienti da tutto il mondo.

Stiamo parlando della Tour Paris 13, un palazzo di 4500 mq destinato alla demolizione che, prima di essere raso al suolo, è stato affidato dalla Mairie del 13° distretto alla Galerie Itinerrance, coordinatrice del progetto; i trentasei appartamenti, lasciati liberi dagli inquilini, sono stati così completamente trasformati dall’intervento degli street artist più stimati del momento, che hanno rivestito pavimenti, pareti, soffitti e superfici esterne con le loro opere d’arte.

L’idea di un edificio della street art era nell’aria già da tempo, ma la difficoltà nel reperire luoghi pubblici utilizzabili e i costi proibitivi degli spazi privati ne hanno sempre ostacolato la realizzazione. Questa volta, invece, la disponibilità di un edificio in trasformazione si è rivelata la risposta vincente, e la Tour Paris 13 è diventata la dimostrazione di come anche gli “spazi bianchi”, le aree abbandonate delle nostre città, possano essere mantenute vitali e dare avvio ad un percorso di crescita culturale, sociale ed anche economica.

Al momento della scelta degli artisti partecipanti, gli organizzatori hanno deciso di dare spazio ai paesi emergenti nel panorama internazionale della street art, come Medio Oriente, America Latina, Italia e Portogallo.
Alexöne, C215, David Walker, eL Seed, Ethos, Inti e Ludo sono solo alcuni dei protagonisti coinvolti.

Dei nove piani della Tour Paris 13, il terzo (denominato appunto “Il Piano”) è stato interamente riservato alla street art italiana che, con ben quindici interpreti, è una delle nazioni più presenti.
Gli artisti chiamati a far parte del progetto sono stati selezionati in base a criteri tecnici, stilistici ed anagrafici, in modo da offrire un vasto repertorio di ciò che è la street art italiana. I loro nomi sono 108, Agostino Iacuci, Awer, Dado, Etnik, Hogre, Hopnn, JBRock, Joys, Moneyless, MP5, Orticanoodles, Peeta, Senso e Tellas.

Il Piano è stato gestito da Le Grand Jeu, un’agenzia parigina specializzata nella promozione di progetti di street art, che ha nell’italiano Christian Omodeo uno dei suoi fondatori. Per loro questo evento rappresenta l’occasione per innalzare il livello culturale del dibattito sulla street art, discussione che fino ad oggi è stata spesso inaridita dalla solita diatriba tra arte e vandalismo.

Le Grand Jeu ha deciso di occuparsi dell’intervento in autonomia, rinunciando a sostegni finanziari sia pubblici che privati, così da garantire agli artisti la più totale libertà d’azione.

La Tour Paris 13 rimarrà visitabile soltanto per un mese, dal 1 al 31 ottobre. Dopo questa data verrà chiusa, mentre resteranno accessibili per altri dieci giorni il sito web e l’applicazione che gli sono stati dedicati. A tutti noi spetterà il compito di salvare virtualmente le opere, perché dall’11 novembre il sito sarà riaperto con le sole parti che il pubblico avrà deciso di far sopravvivere. L’edificio, invece, sarà demolito per far posto ad un altro palazzo di case popolari.

 

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1) Per correre una maratona di 5 km non ci vogliono muscoli e allenamento.
2) È obbligatorio sporcarsi, colorarsi, divertirsi senza pensare a cause e conseguenze.
3) Lo scopo non è vincere, ma partecipare.
Sembrerebbero le regole alla rovescia di un mondo incantato dove tutto è possibile e, invece, si tratta delle semplici e reali basi da cui parte l’esperienza The Color Run.

the color run

The Color Run è una corsa di 5 km alla quale si può aderire da soli o in gruppo, l’importante è cominciare la corsa vestiti di bianco, per concluderla tra un turbinio di polvere di colori. Non ci sono limiti di età per iscriversi e tutti possono partecipare perché le parole chiave sono benessere, felicità, individui e restituire. Si corre solo per sentirsi bene e vivere un momento felice, non per agonismo, per vincere premi, o per dare prova di prestanza fisica. L’individuo è al centro perché i Color Runners vengono da tutto il mondo per prendere parte a quella che è stata definita anche “la corsa dell’amore”: il rispetto e la gentilezza verso gli altri sono la condicio sine qua non per correre insieme agli altri. Infine, si può restituire un po’ della felicità incamerata attraverso la 5 km più allegra del pianeta, decidendo di donare qualcosa alle onlus che si allacciano all’evento.

Nonostante l’aspetto “charity”, però, per diventare Color Runner è necessario iscriversi e pagare, e The Color Run LLC è un’azienda a scopo di lucro. L’ideatore del progetto è stato Travis Snyder, organizzatore d’eventi dello Utah che pianificò la prima gara podistica da correre solo per divertimento, in Arizona a Phoenix. Era il 2010 e i partecipanti furono 6000. Da quel momento l’idea prese piede e si diffuse in Nord America, Sud America, Asia, Australia e Europa, arrivando a totalizzare 600.000 partecipanti per 50 eventi nel 2012.

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ReggioCalabria CECIntervista al Prof. Francesco Adornato, Presidente del Comitato Scientifico responsabile del progetto di candidatura di Reggio Calabria a Capitale europea della Cultura 2019.
Qual è l’identità del territorio dalla quale scaturiscono le strategie e il progetto del 2019?
È un’identità le cui radici hanno lontane e significative origini e dalle quali si è diffusa una più ampia civiltà euro-mediterranea. Ulisse e Enea hanno attraversato il mare che bagna Reggio Calabria e sulle sue coste è approdato San Paolo. Non solo. La città ed il suo territorio, anche per via della posizione centrale rispetto alle rotte mediterranee, sono stati da sempre luogo di incontro e contatto di diverse culture. Di qui, percorsi e stratificazioni culturali di origine greco romana, bizantina, araba, medioevale, confermati tanto dal patrimonio archeologico e artistico, quanto dalla presenza ancora attuale di minoranze linguistiche ed etniche e, più recentemente, da numerose comunità di immigrati di area mediterranea, che costituiscono un’autentica emergenza umanitaria per l’Europa intera. Non a caso, il titolo del progetto che la Città presenta a sostegno della sua candidatura  è “ Reggio Calabria porta del Mediterraneo”.
Quali sono gli asset che la città immette in questo programma?
L’obiettivo della candidatura di Reggio Calabria è quello di mettere al centro il tema della integrazione e della promozione di un’autentica dimensione interculturale, che servirà a rafforzare l’unità nella diversità delle culture comunitarie e la loro integrazione, pur nella differenza, nei rapporti con le comunità degli immigrati e, più in generale, con le culture mediterranee. In questo senso, gli asset storici e multiculturali di cui la città ed il suo territorio dispongono, vanno oltre lo spazio del mito e della classicità per diventare elementi fondamentali nel dialogo interculturale dei popoli.
Quali sono le mancanze cui dovrete invece sopperire?
Probabilmente, in modo particolare, possono riguardare qualche carenza infrastrutturale, specialmente per quanto riguarda il collegamento con le zone interne. Ma il programma delle iniziative previste è articolato in modo opportunamente diffuso e ciò consentirà gli opportuni interventi per sopperire a tale ritardo.
I flussi economici delle città d’arte riguardano solitamente pochi addetti ai lavori. Il programma relativo alla candidatura intende coinvolgere uno spettro più ampio di operatori economici?
Il programma può contare, innanzitutto, sul coinvolgimento e il sostegno delle istituzioni locali territoriali: oltre che il Comune proponente, la Provincia e, a livello più generale la Regione (Giunta e Consiglio) e, nel rispetto dei ruoli, la Prefettura di Reggio Calabria, che ha avviato l’iniziativa. È significativo, tuttavia, che gli imprenditori e gli operatori economici abbiano aderito e partecipato alla discussione attraverso le loro rappresentanze, ovvero Confindustria e Camera di Commercio, stimolando in tal modo il coinvolgimento delle imprese nelle iniziative previste nelle diverse realtà territoriali reggine. Il risultato che ci attendiamo dal progetto è che il tessuto economico reggino e della provincia possa avere margini di crescita e di rafforzamento, all’interno di una logica di sviluppo che intende fare della cultura un volano per nuove iniziative economiche.
Cosa rimarrà alla città dopo il titolo di Capitale europea della Cultura?
Da punto di vista ideale rimarrà una grande prova di cittadinanza attiva, ovvero di una comunità che vuole manifestare attraverso il progetto la sua determinata volontà di riscatto. Resteranno inoltre le esperienze e gli scambi che, sul piano culturale, andranno ad arricchire i cittadini e la collettività nel suo insieme, rafforzandone un’identità inclusiva e dialogante. Dal punto di vista materiale resteranno, in particolare, gli interventi pubblici e privati che, nell’ambito dei Progetti integrati di sviluppo urbano, vogliono realizzare una visone strategica di città sostenibile.

 

 

Leggi le interviste alle altre candidate a Capitale europea della Cultura 2019.

Logo_BG2019_ColoriIntervista a Claudia Sartirani, Assessore alla Cultura della città di Bergamo.

 

Qual è l’identità del territorio dalla quale scaturiscono le strategie e il progetto del 2019?
Bergamo è un territorio dalle mille dualità: due città, la Alta e la Bassa, montagne e pianure, tradizioni e innovazione, misticismo (il luogo natale di Papa Giovanni XXIII) e laicità; creatività e razionalità. Città di impresa e di marcata solidarietà, di antiche tradizioni artistiche (si pensi ad Arlecchino) e di arte contemporanea. Queste le caratteristiche, il carattere di una comunità. Dualità che sono la nostra ricchezza, che fanno di Bergamo un posto un po’ speciale per molti aspetti. Un posto nel quale scoprire tutte queste sfaccettature, a volte sorprendenti.

 

Quali sono gli asset che la città immette in questo programma?
C’è un po’ l’imbarazzo della scelta: dalle stratificazioni storiche ed architettoniche a partire dalla antica Bergomum, alla città longobarda, veneta, fino alla città piacentiniana nel ‘900; i teatri, tra i più belli e frequentati di Lombardia; l’Accademia Carrara, depositaria di una collezione di capolavori pittorici del rinascimento, e non solo; e la galleria d’arte moderna e contemporanea, Gamec, oltre ad un numero elevato di affollati musei e biblioteche; il numero eccezionale di festival di ogni disciplina, ma soprattutto musicali, a partire da quello dedicato al genius loci Gaetano Donizetti. Il panorama mozzafiato dalle (e delle) Mura Venete; e ancora la nascita sul nostro territorio di circa 180 garibaldini, che ci permette di fregiarci del titolo Città dei Mille. Ma anche tanto futuro, tanta ricerca, una passione per le discipline scientifiche comprovato dal successo eccezionale tributato annualmente a Bergamo Scienza, una manifestazione che ogni anno porta in città più di un premio Nobel e una folla di visitatori, da un polo scientifico di eccellenza mondiale, e dall’attività dell’Istituto Mario Negri. Per non parlare di sport di ogni epoca, e stilisti… Un elenco che potrebbe continuare.

 

Quali sono le mancanze cui dovrete invece sopperire?
Le mancanze sono la storica eredità di una città di frontiera, cauta e qualche volta un po’ diffidente. Questo le ha regalato una immagine esagerata che non risponde più alla realtà. Ma che forse noi non abbiamo fatto molto per scrollarci di dosso, sempre più dediti da bergamaschi a costruire che ad apparire. Questa candidatura è anche un utile esercizio di riposizionamento di mentalità per molti di noi; tra l’altro un’occasione per molti bergamaschi di accettare senza esagerata umiltà, attaverso il crescente gradimento del turismo internazionale, che la nostra è davvero una bella città. Insomma come dice il nostro slogan di candidatura, un’occasione per andare “Oltre le mura”.

 

I flussi economici delle città d’arte riguardano solitamente pochi addetti ai lavori. Il programma relativo alla candidatura intende coinvolgere uno spettro più ampio di operatori economici?
Bergamo ha la fortuna di essere una città d’arte e contemporaneamente una città di impresa e commercio. Quindi rispetto ad altre città candidate ha opportunità di attrattiva per una platea più ampia. Una sintesi tra arte e scienza, impresa e turismo, cultura e tecnologia. Confidiamo quindi che la candidatura ci porti ad esaltare questa “unicità duale” rappresentata simbolicamente da Città Alta e Città Bassa che parlano al visitatore e alle sue potenziali diverse sensibilità e ai suoi diversi interessi. Insomma quella della Cappella Colleoni  e del castello di San Vigilio, e della Tenaris Dalmine e del Kilometro Rosso sono la stessa città! Questo fa di Bergamo la vera outsider di questa competizione. Una outsider discreta e consapevole anche dei suoi limiti, ma con molte frecce al suo arco.

 

Cosa rimarrà alla città dopo il titolo di Capitale europea della Cultura?
Una diversa immagine più conforme all’identità complementare di città d ‘arte e cultura e città di innovazione e ricerca nell’ impresa. Una sintesi nella quale passato e futuro saranno collegati, in una Bergamo al centro di una rete di connessioni europee; da antica città fortificata a moderno crocevia di idee, iniziative, e turismo nel segno dell’arte. Una città nella quale il fermento che già da anni anima la città sia compiuto in una consapevolezza di cittadinanza europea. Bergamo come  motrice di un nuovo benessere proveniente da un sistema produttivo integrato innovativo e sostenibile.

 

Leggi le interviste alle altre candidate a Capitale europea della Cultura 2019.

robot06-homeE’ l’evento imperdibile per gli amanti della musica elettronica e delle arti visive, ma anche per chi ha voglia di novità e sperimentazioni: il roBOt Festival è stato inaugurato dal concerto The Kilowatt Hour del 24 settembre e ora è grande l’attesa per gli appuntamenti che si svolgeranno dal 2 al 5 ottobre a Bologna. Ne abbiamo parlato con gli organizzatori.

 

Perché roBOt Festival sceglie quest’anno di indagare il tema della “vertigine digitale”? In che modo si propone di farlo?
L’accumulo e la conservazione del sapere è un macro tema diffuso e sviscerato dalle più grandi manifestazioni culturali europee degli ultimi anni. Il rapporto con archivi e database, l’attendibilità delle fonti e l’etica della privacy sono argomenti presenti nella nostra quotidianità. roBOt ha scelto di approcciare l’argomento partendo dagli effetti/conseguenze individuali per ipotizzare reazioni, soluzioni e nuovi scenari di convivenza/sopravvivenza socio-culturale. La sovraesposizione ai flussi di informazioni causa asfissia e smarrimento, provocando quella che Lovink definisce, mutuando Freud, la “Psicopatologia del sovraccarico di informazioni”.
I partecipanti a questa sesta edizione di roBOt descriveranno la #digitalvertigo: forme capaci di incarnare gli istinti primordiali, intimi e grotteschi, le paure e i sentimenti contrastanti di uno Spleen post moderno, generato dalla perdita di limitazioni e punti di riferimento. Le interpretazioni raccolte rappresentano soluzioni stilistiche eclettiche, che indurranno nello spettatore le sensazioni più incontrollate, recondite, irrazionali e allucinatorie. Fra i risultati formali sono emersi distorsioni ottiche e percettive allucinatorie, giochi di riflessi e di luci, ribaltamenti prospettici; allusioni a mondi alternativi, paralleli, esoterici, all’aldilà e alle dimensioni magiche, mitiche, religiose; fino a giungere, visivamente, alla raffigurazione del Cosmo.

 

Quali gli eventi salienti di questa edizione? Ci sono novità importanti da segnalare?
Anche quest’anno il Festival porterà in 5 luoghi diversi della città, fra teatri club e palazzi storici, il meglio dell’elettronica internazionale: fra gli altri, si esibiranno Tim Hecker, Lorenzo Senni, Thundercat (prima e unica tappa italiana), Seth Troxler, Ben Klock, Pantha Du Prince, Jon Hopkins e dj Koze. Due invece saranno le novità importanti della sesta edizione: il Music Hack Day, un evento che nell’arco di 24 ore, fra il 5 e il 6 ottobre, riunirà a Palazzo D’Accursio programmatori, designer e artisti per dare sfogo alla loro creatività e dare vita al futuro della musica elettronica e il roBOt kids, nato dalla partnership con il Dipartimento Educativo MAMbo, un laboratorio audiovideo dedicato ai bambini.

 

L’evento è giunto ormai alla sesta edizione e si conferma uno degli appuntamenti di punta per Bologna. In che modo la città partecipa al festival? Sono state avviate particolari sinergie?
C’è stato un supporto totale da parte dell’Amministrazione Comunale bolognese, in particolare abbiamo lavorato a stretto contatto con il Settore Cultura e il Settore Marketing Urbano e Turismo. Grazie al sostegno di Provincia e Regione abbiamo realizzato la rassegna estiva “roBOt_ini in provincia” che ci ha permesso di portare delle pillole del festival nei comuni di Castel Maggiore, Bentivoglio e Budrio.
Confermata anche la collaborazione con l’Alma Mater Studiorum: riduzioni studenti sugli abbonamenti al festival e supporto sull’organizzazione dei workshop che riguardano lo sviluppo delle tematiche trattate quest’anno.
Il Teatro Comunale di Bologna rappresenta la location preziosa deputata all’opening mentre il dipartimento educativo del MAMbo, Museo di Arte Moderna di Bologna ospiterà la giornata di chiusura, per la prima volta dedicata ai bambini.
Il festival attraversa club e associazioni culturali particolarmente attivi in città: Arterìa, TPO, Link ed Elastico Studio, accolgono installazioni, live e dj-set.

 

Il concerto di apertura di roBOt06 ha coinciso con l’ultima tappa del tour di The Kilowatt Hour, in una location particolare.
Il progetto The Kilowatt Hour nasce dall’incontro delle sinergie di tre grandi della sperimentazione musicale, David Sylvian, ex membro del pop rivoluzionario dei Japan, Christian Fennesz e Stephan Mathieu, due mostri sacri dell’elettronica. La piece è pensata come un’interazione fra tre diversi stili, è un lavoro in work in progress che prende forme diverse a seconda del luogo in cui si svolge. A Bologna The Kilowatt Hour si è svolto presso il Teatro Comunale, risalente al 1700, un luogo straordinario che ha offerto agli artisti un particolare spunto per la loro performance.

 

In questi anni di roBOt Festival, come è cambiata l’offerta musicale elettronica? In che direzione si sta andando in particolare nel nostro Paese?
Il format di roBOt è cambiato molto negli anni: l’evento nasce come momento dedicato alla dance da club ma negli anni la musica elettronica in Italia ha conosciuto la diffusione in diverse sfumature ulteriori rispetto a quella ballabile, come quella dell’ascolto e della ricerca. Il roBOt Festival inoltre si pone l’obbiettivo di valorizzare la produzione elettronica nazionale che al giorno d’oggi non ha nulla da invidiare in quanto ad attualità e grado di sperimentazione alle famose “scuole” tedesche e inglesi.

 

Quali sono i numeri di roBOt06?
roBOt è un festival che coinvolge 140 artisti di cui il 30% internazionali, patrocinato da 6 istituzioni fra cui il Comune e Provincia di Bologna, Regione Emilia Romagna, Fondazione del Monte e Università di Bologna. I cinque giorni di Festival non sono animati solo dalla musica, ma anche da workshop, installazioni video, documentari e performance di danza e teatro. La scorsa edizione roBOt ha contato circa 14.000 presenze, 150 persone coinvolte nell’organizzazione e 40 volontari.

 

Cosa c’è nel prossimo futuro del roBOt Festival?
Ci interessa seguire l’evoluzione delle tecnologie laddove digitale, arte e musica si incontrano, obiettivo che si rinforza di anno in anno.
E’ nostra cura continuare a fare ricerca in questo settore portando in Italia artisti interessanti con proposte capaci di mantenere alto il livello di attenzione  del pubblico. Nel prossimo futuro, roBOt intende coltivare i progetti roBOt_ini in provincia, roBOt kids e il Music Hack Day, novità significative del 2013, tutti ideati nell’ottica di lavorare in rete per creare un network di intelligenze, spunti e stimoli creativi.

 

 

catalano2Quante persone incontriamo ogni giorno per strada? Ci sfioriamo appena, scambiamo uno sguardo furtivo, camminiamo accanto condividendo lo stesso passo veloce con decine di sconosciuti al giorno. Spesso ci chiediamo chi sono, cosa fanno, dove vanno, che passato si portano alle spalle, verso quale futuro si dirigono.

Les Voyageurs di Bruno Catalano sembrano materializzare questo rituale quotidiano che tutti noi viviamo, ogni tanto con indifferenza, qualche volta fermandoci a riflettere. Le sue sono sculture incomplete di viaggiatori, di gente con la valigia in mano e il passo svelto. Sono frammenti di vita che ci passano accanto, dei quali cogliamo solo i tratti più importanti, il volto e quelle borse appendici delle mani, che catturano gli sguardi.

Le sculture bronzee di Bruno Catalano, famosissime ormai in tutto il mondo, affascinano proprio per il senso di incompletezza che trasmettono e che ciascuno di noi si porta dietro. Colpiscono lo spettatore grazie allo sforzo di immaginazione che gli impongono per completare quei pezzi di vita a metà, con gli occhi, con la mente e con le emozioni.

Non a caso, Les Voyageurs sono state scelte da Marsiglia per celebrare il titolo di Capitale europea della Cultura 2013 e saranno esposte nel porto della città, luogo emblematico di arrivi e partenze, fino al 30 settembre.

Per saperne di più su Bruno Catalano e il suo lavoro è possibile visitarne il sito ufficiale.

sacgrA poche settimane dalla chiusura della 70ma edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, mentre c’è chi ancora discute sulla novità, divenuta un vero e proprio casus nazionale, della vittoria di un documentario, emerge con una certa chiarezza un nuovo orientamento del cinema verso la marginalità del tessuto urbano.
Sembra infatti che il cinema, indipendentemente dalla sua geografia e dai suoi territori di provenienza, si stia orientando verso una rappresentazione delle periferie e del conflitto, non condotto da una classe sociale specifica, ma da singoli individui e a partire da questioni personali.

È quello che appare in film come Locke (Inghilterra), Stray Dogs (Cina) o Tom à la ferme (Canada). Ed è tanto più interessante se, a dimostrarlo, sono anche due dei film italiani in concorso. Di là dal diverso genere, Sacro GRA di Gianfranco Rosi (un documentario) e L’Intrepido di Gianni Amelio (una commedia amara) offrono uno sguardo finalmente lontano dal cliché della città-panorama, con una visione più realistica di Milano e Roma, non a caso le città italiane più grandi e quelle con una periferia più estesa.

La Milano di Amelio, attraversata da un’umanità precaria, vede il protagonista del film Antonio Pane (interpretato da Antonio Albanese) vivere il buio lavorativo e umano della crisi economica. La grande città non è più un luogo di sogni e di speranze, come già d’altro canto il cinema militante degli anni ’70 aveva lasciato intuire, ma un insieme di spazi aperti e conflittuali, in cui non c’è più posto per rincorrere i miti consumistici del guadagno e del successo perseguiti dalla mitologia della Milano da bere degli anni ’80.
L’intrepido trova la propria collocazione specifica nella città dei cantieri della zona Garibaldi e nelle zone nord della Ghisolfa e della Bovisa, non a caso i luoghi dove Testori e Bianciardi avevano ambientato le vicende dei protagonisti dei loro romanzi. Quelli attraversati da Amelio sono spazi di spaesamento che, mimeticamente, fanno da eco alla dimensione di vuoto esistenziale e di ricerca della sussistenza da parte dei personaggi.
La vicenda è quella di un onesto lavoratore dai mille mestieri, ingaggiato da un’organizzazione paracriminale allo scopo di fare “rimpiazzi”, di sostituire cioè quei lavoratori salariati che prendono un congedo per un giorno o addirittura solo per alcune ore. In questo eccesso di zelo per il lavoro, divenuto un vero e proprio miraggio per il quale si è pronti a tutto, non c’è più spazio né per l’immaginario del centro storico, tanto caro all’urbis italiana, né per i luoghi dello shopping o del consumo tardo-capitalista.

Gli spazi colonizzati dall’umanità che popola il film di Amelio, come anche quella protagonista del documentario di Gianfranco Rosi, sono cantieri, cavalcavia, svincoli a ridosso di arterie stradali, luoghi di percorrenza trafficati e rumorosissimi. Ed è proprio il rumore a martellare la trama sonora di Sacro GRA, il film sul grande raccordo anulare e discusso vincitore del Leone d’Oro.
Come un anello di Saturno, recitano i titoli di testa, il GRA circonda Roma e segna una frattura geografica tra i colli e la città, tra la periferia e la campagna o, più idealmente, tra il mito della fondazione dell’Urbe e la sua permanenza nella memoria contemporanea. Il GRA, Sacro come il Graal in un gioco di parole voluto, è una minaccia e una dannazione per chi ne fruisce: fagocitante e ostile, viene connotato sin dalle prime inquadrature, in cui un’ambulanza soccorre la vittima di un incidente, come luogo di pericoli e di solitudine e diventa in questo senso la metafora del cittadino metropolitano, unito artificialmente agli altri in una rotta comune segnata dall’attraversamento dello stesso non-luogo, ma isolato nel suo dirigersi verso destinazioni tutte diverse, incurante del percorso degli altri. Ai suoi bordi sopravvive un’umanità residuale, gregaria.
Un uomo cura le palme dal punteruolo rosso, due transessuali vivono su una roulotte, un pescatore intesse le reti per praticare il suo antico mestiere nei canali del Tevere, due ragazze fanno le ballerine in un locale notturno per il piacere dei giovani di periferia, alcune prostitute si accalcano davanti ad un camioncino ambulante per consumare un panino nella notte.
Sono i piccoli eroi a cui il film vuole dare dignità. I loro luoghi sono case cadenti, edifici percossi senza sosta dal rumore, vecchie dimore romane ridotte a isole in mezzo al traffico e al cui interno i nobili proprietari ripropongono a se stessi l’autocelebrazione delle proprie ricchezze.
Quella descritta è dunque un’umanità desolata, eppure attaccata al proprio microcosmo e, proprio per questo, emblematica nella sua resistenza. In una casa popolare spiata dalla macchina da presa attraverso le finestre aperte, l’occhio di Rosi fa intravedere spiragli di una quotidianità povera, eppure costellata da piccoli eventi formidabili come osservare il panorama dalla finestra, o affettare una melanzana marcia per recuperarne i pezzi intatti con lo stupore di chi assiste a un miracolo. Ed è proprio la dimensione miracolistica, vicina al realismo magico di Miracolo a Milano, ad essere recuperata da questo nuovo cinema urbano, al cui centro c’è un’umanità che resiste nella sua umiltà e che cerca di guadagnare la propria sopravvivenza, come le palme contro le aggressioni del punteruolo rosso.

I centri, di Roma come anche di Milano, invece, rimangono ai margini dell’inquadratura, lontani e inarrivabili. In questa disgregazione dell’unità urbana come concetto e come spazio, la collocazione della macchina da presa extra moenia, in quei luoghi altri e ritenuti poco interessanti dal cinema postmoderno, segna un ritorno dello sguardo cinematografico al realismo. Là dove il sogno della città è stato tradito e i suoi frammenti non sono più ricomponibili in un quadro organico, le periferie sembrano essere quei luoghi di resistenza dove si fa spazio la ricerca di un’identità e di un significato nuovi.